Jurkovič: vero sviluppo con sanità forte

 
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

La promozione della salute “è un aspetto fondamentale del progresso dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” e rappresenta una componente “necessaria per la stabilità socio-economica”. Lo ha sottolineato ieri, a Ginevra, mons. Ivan Jurkovič, capo della delegazione della Santa Sede alla 70.ma Assemblea Mondiale della Salute. Il presule ha indicato, in particolare, una priorità: quella di instaurare “partnership che consentano di allineare la ricerca e lo sviluppo in ambito sanitario alle richieste e alle esigenze globali della salute, al fine di garantire un maggiore accesso ai farmaci essenziali per tutti”.

Si forniscano cure accessibili a tutti

Sistemi sanitari deboli – ha aggiunto – “continuano ad essere un ostacolo in molti Paesi”. E’ necessario “offrire interventi efficaci e accessibili per la prevenzione e le cure per tutti”.  L’assistenza sanitaria – ha detto l’arcivescovo  –  deve essere garantita in particolare alle “persone più bisognose, in estrema povertà e più disagiate delle nostre società, inclusi i migranti e i rifugiati”. In molti Paesi – ha affermato inoltre mons. Jurkovič – le organizzazioni religiose e le altre istituzioni basate sulla fede assumono una responsabilità significativa per i sistemi sanitari e devono pertanto essere incluse nella formulazione di politiche in materia”.

Sviluppo sostenibile con sistemi sanitari forti

Il capo della delegazione della Santa Sede alla 70.ma Assemblea Mondiale della Salute ha ribadito poi che la centralità della persona non può essere messa in discussione. I sistemi sanitari – ha osservato l’arcivescovo – devono porre “la persona umana e i suoi bisogni fisici, emotivi e spirituali, al centro della cura fornita, nel pieno rispetto della sacralità della vita umana in tutte le sue fasi”. “Sistemi sanitari forti e resilienti – ha detto il presule – sono infatti un elemento chiave per raggiungere gli obiettivi per uno sviluppo sostenibile”. “La salute – come ha affermato Papa Francesco ai medici del Cuamm il 7 maggio del 2016 – non è un bene di consumo, ma un diritto universale per cui l’accesso ai servizi sanitari non può essere un privilegio”.

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