Il Papa: né individualisti né indifferenti ma fratelli per guarire il mondo

Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews Ogni persona non è qualcosa, un oggetto. Ma è qualcuno da riconoscere nella sua dignità personale. Francesco lo ricorda all’udienza generale dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico proseguendo il ciclo di catechesi iniziato lo scorso 5 agosto e incentrato sulla pandemia.

l mondo, duramente ferito dalla pandemia, è minacciato anche da altri ‘virus’ e patologie come l’individualismo e l’indifferenza . Ogni essere umano – sottolinea Papa Francesco all’udienza generale – è stato creato ad immagine di Dio. “La creazione è armonia”. Ma la cultura dell’indifferenza, aggiunge il Pontefice,  accompagna quella dello scarto.

La pandemia ha messo in risalto quanto siamo tutti vulnerabili e interconnessi. Se non ci prendiamo cura l’uno dell’altro, a partire dagli ultimi, da coloro che sono maggiormente colpiti, incluso il creato, non possiamo guarire il mondo. È da lodare l’impegno di tante persone che in questi mesi stanno dando prova dell’amore umano e cristiano verso il prossimo, dedicandosi ai malati anche a rischio della propria salute. Sono degli eroi! Tuttavia, il coronavirus non è l’unica malattia da combattere, ma la pandemia ha portato alla luce patologie sociali più ampie.

Cultura dello scarto individualistica

Una di queste patologie, osserva il Papa, è “la visione distorta della persona, uno sguardo che ignora la sua dignità e il suo carattere relazionale”. Uno sguardo, che “non è armonia”:

A volte guardiamo gli altri come oggetti, da usare e scartare. In realtà, questo tipo di sguardo acceca e fomenta una cultura dello scarto individualistica e aggressiva, che trasforma l’essere umano in un bene di consumo. Nella luce della fede sappiamo, invece, che Dio guarda all’uomo e alla donna in un altro modo. Egli ci ha creati non come oggetti, ma come persone amate e capaci di amare; ci ha creati a sua immagine e somiglianza.

Riconoscere in ogni persona la dignità umana

Si deve superare lo sguardo individualista, spiega il Pontefice che lo scorso 5 agosto ha iniziato il ciclo di catechesi incentrate sulla pandemia, e vedere ogni persona come un fratello. Cercare di arrampicarsi nella vita, “di essere superiori agli altri, distrugge l’armonia. È la logica del dominio, di dominare gli altri. L’armonia è un’altra cosa: è il servizio”.

Chiediamo, dunque, al Signore di darci occhi attenti ai fratelli e alle sorelle, specialmente a quelli che soffrono. Come discepoli di Gesù non vogliamo essere indifferenti né individualisti, questi sono i due atteggiamenti brutti contro l’armonia. Indifferente: io guardo da un’altra parte. Individualisti: guardare soltanto il proprio interesse. L’armonia creata da Dio ci chiede di guardare gli altri, i bisogni degli altri, i problemi degli altri, essere in comunione.  Vogliamo riconoscere in ogni persona, qualunque sia la sua razza, lingua o condizione, la dignità umana.

Guardare il prossimo come un fratello

Il Papa ricorda che “l’essere umano, nella sua dignità personale, è un essere sociale, creato a immagine di Dio”.

Questa rinnovata consapevolezza della dignità di ogni essere umano ha serie implicazioni sociali, economiche e politiche. Guardare il fratello e tutto il creato come dono ricevuto dall’amore del Padre suscita un comportamento di attenzione, di cura e di stupore. Così il credente, contemplando il prossimo come un fratello e non come un estraneo, lo guarda con compassione ed empatia, non con disprezzo o inimicizia. E contemplando il mondo alla luce della fede, si adopera a sviluppare, con l’aiuto della grazia, la sua creatività e il suo entusiasmo per risolvere i drammi della storia. 

Contrastare l’indifferenza e guarire dall’individualismo

Indifferenza e individualismo, conclude Papa Francesco, sono patologie da guarire:

Mentre tutti noi lavoriamo per la cura da un virus che colpisce tutti in maniera indistinta, la fede ci esorta a impegnarci seriamente e attivamente per contrastare l’indifferenza davanti alle violazioni della dignità umana. Questa cultura dell’indifferenza che accompagna la cultura dello scarto: le cose che non mi toccano non mi interessano. La fede sempre esige di lasciarci guarire e convertire dal nostro individualismo, sia personale sia collettivo; un individualismo di partito, per esempio. Possa il Signore “restituirci la vista” per riscoprire che cosa significa essere membri della famiglia umana. E possa questo sguardo tradursi in azioni concrete di compassione e rispetto per ogni persona e di cura e custodia per la nostra casa comune.

Sguardo verso Maria

Dopo la catechesi, Papa Francesco ha ricordato che tra pochi giorni celebreremo la Vergine Assunta. “Possa questa Madre premurosa – ha detto salutando le persone di lingua francese – rafforzare la vostra fede e la vostra speranza, e vi aiuti a contrastare sempre l’egoismo, l’indifferenza e l’individualismo per costruire una società fraterna e solidale”. La festa dell’Assunzione di Maria – ha affermato il Pontefice salutando i fedeli di lingua tedesca – “ci rivela la sublime dignità che Dio ha conferito all’uomo”. Salutando i fedeli polacchi, Francesco ha ricordato il pellegrinaggio a piedi da Varsavia, Cracovia e da altre città al Santuario della Madonna Nera. “Il 15 agosto – ha infine affermato il Santo Padre – cade il centenario della storica vittoria dell’esercito polacco, chiamata ‘Miracolo sulla Vistola’ che i vostri avi attribuirono all’intervento di Maria. Oggi la Madre di Dio aiuti l’umanità a sconfiggere il coronavirus”. Rivolgendo un cordiale saluto ai fedeli di lingua italiana, Francesco ha infine ricordato che ieri la Chiesa “ha celebrato ieri la memoria di Santa Chiara d’Assisi“. E ha invitato “ad imitare il suo luminoso esempio di generosa adesione a Cristo”.

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