© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Libia, sono scoppiati stamani violenti scontri tra insorti e forze governative a Misurata. L’aeroporto della città è tornato sotto il controllo dei ribelli. Proseguono anche i bombardamenti aerei della Nato su Tripoli. In mattinata, secondo fonti locali, è stata colpita la parte orientale della capitale. Resta il giallo sulla sorte di Gheddafi. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Testimoni riferiscono che numerosi missili sono stati lanciati su Tripoli oggi dagli aerei della Nato. Non si arrestano poi i combattimenti tra forze governative e insorti. L’aeroporto di Misurata, dopo violenti combattimenti, è ora sotto il controllo dei ribelli. Gli scontri continuano anche in altre zone non lontane da Tripoli. L’Onu chiede una tregua immediata: il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, in un colloquio con il premier libico al-Baghdadi Ali al-Mahmoudi, ha chiesto un “cessate-il-fuoco immediato e verificabile”, e ha intimato al governo di Muammar Gheddafi di porre fine agli attacchi contro la popolazione civile. Sulla sorte del leader libico si alternano voci discordanti. Secondo alcune fonti, non confermate, sarebbe rimasto ucciso durante i raid della Nato avvenuti nei giorni scorsi.

Gheddafi

Intervista con mons. Martinelli

L’Alleanza Atlantica, che non smentisce queste voci, non ha però alcuna prova che Gheddafi sia morto. Secondo quanto reso noto da un gruppo di insorti sul loro sito internet, il colonnello sarebbe fuggito dalla capitale e si troverebbe in un’area desertica a circa 400 chilometri da Tripoli. Nel Paese, i mezzi di informazione ufficiali non danno notizie sulla sorte del leader libico, come conferma mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico a Tripoli:

R. – Non se ne parla assolutamente. Nessun mezzo di comunicazione dà notizia di questo fatto. Purtroppo quello che appare quotidianamente, di cui facciamo esperienza, sono ancora le bombe che continuano a cadere durante la notte, soprattutto, con gli aerei che turbano tutta la vita sociale della città. La cosa che impressiona è come continuino a lanciare le bombe. Non si pensa a tutta la gente, a queste mamme, questi bambini che sono morti psicologicamente e che sono stanchi. Questo non sembra importante. L’importante è che Gheddafi sia morto! Ma notizie dirette non ne ho. Se fosse realmente morto, però, tutti si sarebbero preoccupati di capire quale potrebbe essere il dopo-Gheddafi. In realtà, invece, adesso non mi sembra ci sia questa preoccupazione e non mi sembra che il Paese sia sconvolto per un’eventuale notizia di questo tipo. (ap)

Ufficio di rappresentanza dell’Unione Europea a Bengasi

L’Unione Europea ha infine annunciato che aprirà un proprio ufficio di rappresentanza a Bengasi per poter assistere i ribelli libici e supportare il Consiglio Nazionale Transitorio. Gli insorti di Bengasi – ha detto il capo della diplomazia europea, Catherine Ashton –“vogliono aiuto con l’istruzione, la sanità, la sicurezza delle frontiere, con quel genere di sostegno che l’Unione Europea è in grado di dare”.

 

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