Elezioni politiche in Thailandia

0
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

I risultati ancora provvisori delle elezioni politiche tenutesi ieri in Thailandia confermano come previsto la vittoria del partito del premier uscente, Thaksin Shinawatra, che tuttavia antepone la “necessità di una riconciliazione nazionale” ad un suo nuovo mandato. Secondo dati forniti da televisioni thailandesi, avrebbe votato solo il 70 per cento degli oltre 45 milioni degli aventi diritto. E’ stato anche reso noto che sarà necessario un voto suppletivo. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

La Commissione elettorale ha annunciato che sarà necessario un voto suppletivo per 38 circoscrizioni su 400 in cui il candidato del partito di governo non è riuscito ad ottenere neppure il voto del 20 per cento degli aventi diritto, richiesto dalla Costituzione. Il testo costituzionale impone, infatti, che tutti i seggi siano assegnati prima della formazione di un nuovo esecutivo. In base ai primi dati, le schede bianche e le astensioni hanno prevalso a Bangkok e nel sud del Paese sui voti per i candidati governativi della formazione del premier, il 56.enne imprenditore miliardario Thaksin Shinawatra. Prima delle elezioni, i partiti dell’opposizione, che accusano Thaksin di corruzione e di abuso di potere, avevano chiesto di boicottare il voto.

La priorità è la riconciliazione nazionale

Dopo i primi risultati, il primo ministro ha assicurato che la vera priorità è quella di “una riconciliazione nazionale”. “Abbiamo ottenuto metà dei voti, siamo stati sconfitti solo in alcuni collegi”, ha aggiunto poi il premier. Prima della consultazione, aveva dichiarato che se non avesse raggiunto almeno il 50 per cento dei voti, avrebbe abbandonato la carica. Thaksin Shinawatra è comunque riuscito ad ottenere il consenso degli elettori più poveri, residenti nelle aree rurali, che costituiscono quasi il 70 per cento dei 64 milioni di thailandesi. Il primo ministro aveva sciolto il Parlamento e indetto le elezioni con tre anni di anticipo per cercare di mettere a tacere le proteste dei partiti dell’opposizione, che da gennaio scorso chiedono le sue dimissioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *