Commercio internazionale e mercato globale

La globalizzazione e l’intensificarsi del commercio internazionale costituiscono un enorme potenziale di crescita. La storia degli ultimi anni dimostra che molti paesi hanno colto le opportunità della globalizzazione economica e tecnologica. Oltre ai Paesi industrializzati e alle tigri asiatiche di nuova industrializzazione si sono aggiunti il Cile, la Repubblica Dominicana, l’India, le Mauritius, la Polonia, la Turchia e molti altri, legandosi nel contesto dei mercati globali, attirando investimenti esteri e cogliendo i vantaggi del progresso tecnologico.

Commercio e scambio sempre più determinanti

La crescita delle loro esportazioni ha raggiunto una media di oltre il 5% l’anno, diversificandosi nei prodotti. Nel mondo che si sta globalizzando, fatto di spazio e tempo sempre più ristretti e di confini che scompaiono, il commercio e lo scambio diventano attività sempre più strategiche e frequenti che assumono un ruolo centrale nella costruzione di un mercato globale solido ed economicamente valido.

Strategie di impresa più articolate

Le strategie delle imprese sono caratterizzate da una maggiore articolazione a livello internazionale e da un‘accelerazione dei processi tecnologici lungo le dinamiche sempre più intense del commercio e degli scambi internazionali. In questo processo dinamico, i territori si rivelano veri e propri fulcri della crescita industriale per due diversi motivi:

  • i costi (possibilità di fare qui la stessa cosa ma a prezzi inferiori che altrove);
  • l’accesso a risorse specifiche (possibilità di fare qui quello che altrove non si può fare).

Commercio e scambi internazionali

Secondo la teoria del commercio internazionale lo scambio avviene non solo all’interno di uno Stato, ma anche tra diversi Stati. Ogni paese infatti importa alcune merci e ne esporta altre: si parla in questo caso di scambio internazionale. Pertanto gli scambi che avvengono all’interno di un Paese costituiscono il commercio interno, mentre gli scambi di beni che avvengono tra individui (o imprese) di Paesi diversi costituiscono il commercio internazionale.

Produzione a costi diversi

Il commercio internazionale non è soggetto alle stesse leggi degli scambi interni. Infatti, mentre all’interno di un Paese la mobilità dei fattori produttivi (capitale e lavoro) è lata, essa è assai minore da un paese all’altro. La distribuzione diseguale dei fattori produttivi, delle conoscenze tecnologiche e delle risorse naturali tra i diversi paesi fa si’ che in alcuni Paesi risulti più conveniente la produzione di certi beni e in altri Paesi risulti più conveniente la produzione di certi altri beni.In altri termini la produzione di beni avviene a costi diversi nei vari Paesi.

Specializzazione nella produzione

Il fatto che la produzione di alcuni beni sia più conveniente in un Paese e la produzione di altri beni sia più conveniente in un altro Paese, può indurre ogni Paese a specializzarsi nella produzione che per esso è più conveniente, facendo cosi’ nascere l’esigenza dello scambio internazionale. Perché lo scambio possa verificarsi occorre che esso sia conveniente per entrambi i Paesi ovvero che ci sia un divario tra i costi comparati dei due Paesi; il costo comparato è il rapporto tra i costi di produzione di due beni nello stesso Paese. Riguardo all’analisi degli scambi commerciali nell’epoca della globalizzazione bisogna considerare tre osservazioni fondamentali.

Organizzazione industriale su scala internazionale

In primo luogo l’organizzazione industriale costruisce oggi i suoi circuiti di coerenza produttiva su scala internazionale attraverso effetti di concorrenza e di complementarità tra imprese di diversa nazionalità. I livelli e i modi di questa organizzazione transnazionale delle industrie variano notevolmente da un settore all’altro, da un campo di attività all’altro. La divisione internazionale del lavoro è dunque innanzi tutto il risultato di vantaggi costruiti mediante l’unione di strategie di articolazione e di sviluppo delle imprese e attraverso dinamiche territoriali di costruzione di risorse ai diversi livelli (locale, regionale, nazionale, globale).

Commercio tra imprese

In secondo luogo, una parte importante del commercio internazionale è rappresentata dal commercio tra imprese. Questo dato di fatto mette in risalto il ruolo delle imprese multinazionali nella costruzione di un sistema economico mondiale positivo, perché oltre le decisioni politiche in materia di deregolamentazione , di privatizzazione e di riduzione dei dazi doganali, la  disciplina internazionale della concorrenza e il sempre maggiore apporto della tecnologia e del progresso hanno anch’esse avuto un peso decisivo.

Globalizzazione non è omogeneizzazione

Infine, se taluni prodotti o talune norme acquisiscono un carattere incontestabilmente globale, il sistema economico mondiale continua a costruirsi con approcci diversi che sono in relazione con una differenziazione dei prodotti in funzione dei gusti e delle norme sul consumo. Globalizzazione non significa omogeneizzazione od omologazione del mondo ma circolazione di idee e valori  anche attraverso la circolazione di merci e prodotti. Si può notare anche il forte incremento che il commercio internazionale ha subito dal 1850 al 1991 grazie all’intensificazione degli scambi dovuta ad una maggiore interdipendenza, non solo economica ma anche politica e tecnologica, tra gli Stati.

Dalla tesi di laurea, nel 2001, di Amedeo Lomonaco: “Limiti e potenzialità del fenomeno della globalizzazione per l’economia contemporanea”.