Bin Laden progettava nuovi attacchi. Intervista con Fulvio Scaglione

0
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Riflettori ancora puntati sull’uccisione di Osama Bin Laden. Il Dipartimento della Difesa americano ha reso pubblici cinque video del leader di Al Qaeda sequestrati nel suo rifugio in Pakistan in cui compare nell’atto di pronunciare nuovi messaggi e mentre guarda dei filmati di se stesso precedentemente registrati. Secondo il Pentagono, il materiale recuperato nel suo rifugio, definito “un vero centro di controllo e comando”, dimostra che Osama era ancora attivo e aveva il pieno controllo della sua organizzazione.

Intervista con Fulvio Scaglione

Dai Pc del capo di Al Qaeda è poi emerso che Bin Laden pianificava e dirigeva attacchi nello Yemen e in Somalia. La morte di Osama Bin Laden è, dunque, un duro colpo per la rete Al Qaeda, già fortemente indebolita dopo il 2001, ma non per il terrorismo di matrice islamica. E’ quanto sottolinea Fulvio Scaglione, vicedirettore di “Famiglia Cristiana”, intervistato da Amedeo Lomonaco:

R. – Io credo che al Qaeda, in quanto movimento terroristico capace di colpire su scala globale, era sostanzialmente finito dopo l’attacco americano, internazionale all’Afghanistan, perché con quell’attacco Osama e al Qaeda avevano perso la loro base, il loro appoggio, la struttura logistica necessaria per colpire in quel modo. Diverso è se si vuol fare un discorso sulla fine del terrorismo islamico che si ispira ad al Qaeda: in questo senso, temo che la morte di Osama Bin Laden sia non dico ininfluente, ma molto meno influente di quello che possiamo pensare.

Grandi rischi legati al terrorismo di matrice islamico

D. – Permangono dunque le condizioni perché il terrorismo di matrice islamica possa colpire?

R. – Il terrorismo di matrice islamica può ancora colpire perché proprio dopo la fine di al Qaeda ‘tradizionale’, il terrorismo islamico si è frazionato in una serie di movimenti che con Osama Bin Laden avevano una relazione molto labile. Credo che il pericolo non sia finito. Certamente, essendo Osama un grandissimo simbolo per tutti, comunque, anche per chi gli dava la caccia, credo che la sua morte abbia importanza soprattutto in quel senso.

Non si può abbassare la guardia

D. – E sono anche da temere i colpi di coda di al Qaeda. Non bisogna assolutamente abbassare la guardia…

R. – “No, assolutamente. E credo che a non farci abbassare la guardia – cosa che credo non succederà comunque – debba essere proprio la coscienza che nei dieci anni dall’invasione dell’Afghanistan, al Qaeda si è dispersa, si è frammentata. E comunque anche i suoi seguaci hanno mutato natura. Pensiamo, per esempio, a quello che succede in Pakistan, riguardo anche alla minoranza cristiana: è una cosa molto diversa da quello che poteva essere il terrorismo islamico di dieci anni fa”.

In Afghanistan terrorismo più insidioso

“Pensiamo poi a quello che succede nello stesso Afghanistan, dove in realtà le operazioni contro la missione internazionale sono condotte da un coacervo di forze in cui i talebani, cioè i grandi sostenitori di al Qaeda, sono una frazione del pericolo … Quindi, c’è la consapevolezza che il terrorismo, avendo perso dieci anni fa la sua centrale principale, oggi è più insidioso e più difficile da combattere”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *