Approvato il Decreto lavoro in Italia

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Sgravi contributivi per assumere gli under 29, rinvio dell’aumento dell’Iva al primo ottobre e un ulteriore sblocco per i pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione. Sono alcune delle misure previste nel Decreto lavoro, approvato ieri dalla Camera. Il ministero del Lavoro rende noto che sono oltre 190 mila, di cui 54 mila operanti nel Mezzogiorno, le imprese orientate ad utilizzare gli incentivi previsti dal decreto. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

Il decreto prevede sgravi per assumere giovani under 29 e, in particolare, per le imprese che assumono con contratti a tempo indeterminato giovani tra i 18 e i 29 anni. Stanziati per il periodo 2013 – 2016 oltre 500 milioni per stabilizzare l’occupazione nelle regioni del Sud e altri 294 milioni nel resto del Paese. L’economista Giacomo Vaciago:

“É chiaro che se l’economia riparte e c’è ripresa, questi provvedimenti che tutelano singole classi di lavoratori – stiamo parlando della classe dei più giovani che sono quelli sui quali si è concentrato il costo della crisi – sono utili. Non lo sarebbero stati un anno fa quando tutti licenziavano. Se la ripresa è confermata nei prossimi mesi, questi provvedimenti nel corso del 2014 faranno sicuramente del bene”.

Rinviato aumento dell’Iva

Un’altra misura riguarda il rinvio dell’aumento dell’Iva: slitta dal primo luglio al primo ottobre il termine dell’aumento dell’aliquota ordinaria dal 21% al 22%.

“Era nella logica con la quale il governo si è formato qualche mese fa. In altre parole, eravamo nel momento di massima caduta dei consumi e un aumento dell’Iva, che interveniva qualche mese fa proprio nel momento della massima contrazione della spesa delle famiglie, sarebbe stato micidiale. Non sono sicuro che basti un rinvio al primo ottobre. Forse, se si riuscisse a fare una seria spending review, si potrebbe concentrare la riduzione del deficit su altre voci di spesa inutile – che pure ci sono – però è anche chiaro che se si aspetta sempre, poi dopo all’ultimo l’unica cosa che si riesce a fare è aumentare le tasse”.

Sblocco di pagamenti dell P.A.

Nel decreto si prevede inoltre lo sblocco di altri 20-25 miliardi di pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione. Introdotta anche la garanzia dello Stato per la cessione alle banche e alla Cassa deposito e prestiti dei crediti certificati delle imprese verso la Pubblica Amministrazione con un tasso di sconto del 2%. Ancora l’economista Giacomo Vaciago:

“Ci hanno anche spiegato, nei mesi passati, che una parte del debito non emergeva perché veniva messa sotto il tappeto: non si facevano più i pagamenti, cioè si allungavano moltissimo i termini di pagamento. In pratica, il settore pubblico comprava ma non pagava, cosa che non succede negli altri Paesi dell’Europa. Questo a conferma che nel nostro Paese, il rispetto della legge è ancora molto opinabile e il settore pubblico, che dovrebbe dare il buon esempio, spesso fa il contrario”.

Previsti vari finanziamenti

II decreto prevede poi maggiori finanziamenti in diversi ambiti. Il fondo per il diritto al lavoro dei disabili viene incrementato con 10 milioni di euro nel 2013 e 20 milioni nel 2014. La sperimentazione della social card, attualmente in corso in 12 città, viene estesa a tutto il Sud e finanziata con 167 milioni di euro nel biennio 2014-2015. Il fondo per il servizio civile è incrementato di 1,5 milioni di euro per il 2013 e di 10 milioni per il 2014. Stanziato anche 1 milione di euro per il Fondo straordinario “Mille giovani per la cultura”.

Scenario ancora complesso

Arrivano poi 5,5 milioni di euro in più l’anno, a partire dal 2014, per favorire l’attività lavorativa dei detenuti. Si tratta di capitoli di spesa significativi, per i peculiari ambiti in cui sono previsti, ma non rilevanti da un punto di vista economico:

“Diciamo che sono più simbolici che rilevanti sul piano quantitativo. Danno un segnale di importanza attribuita a voci di spesa che hanno un forte valore nel sociale. Ho seri dubbi sul fatto che cambino abbastanza la situazione; pensiamo alle carceri e a quante volte l’Italia è stata ammonita da Bruxelles perché abbiamo penitenziari indegni di un Paese civile … È chiaro che poi qualche voce di spesa in opere di carità o di buona convivenza sono utili, ma forse dovremmo tutti cominciare a far funzionare meglio le cose fondamentali di un Paese civile”.

Anche per le sigarette elettroniche scattano, infine, il divieto di pubblicità e le norme a tutela della salute dei non fumatori.

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