Amnesty International: casa, rom discriminati

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Nei campi autorizzati di Roma sono oltre 4000. Sono considerati nomadi e sono esclusi dai programmi di edilizia residenziale pubblica. Solo un esiguo numero di famiglie vive nelle case popolari. Sono alcuni dei dati sulle condizioni abitative della popolazione Rom in Italia contenuti in una ricerca di Amnesty International, presentata a Roma. Nello studio si denunciano anche le carenze dei cosiddetti “campi attrezzati”. Su questa emergenza, Amedeo Lomonaco ha intervistato Elisa De Pieri ricercatrice sull’Italia del Programma Europa e Asia centrale dell’organizzazione umanitaria:

 

R. – E’ un’offerta alloggiativa che è stata fatta ai rom in molte città italiane, ma la nostra ricerca si concentra su Roma. È un’offerta che è stata fatta soltanto ai rom, convenientemente etichettati come “nomadi”; in realtà, i rom che sono nomadi in Italia sono una piccolissima percentuale, circa il tre per cento. Quando tentano di accedere ad un alloggio – per loro la loro unica vera possibilità è la casa popolare in quanto, nella maggior parte dei casi, faticano molto a trovare un lavoro regolare che gli consenta di accede ad un affitto di mercato – la nostra analisi ha trovato degli ostacoli che li escludono attraverso forme di discriminazione indiretta.

Soluzione abitativa inadeguata

D. – E viene offerta una soluzione abitativa gravemente inadeguata …

R. – Le condizioni abitative nei campi variano da campo a campo, ma in molti di questi c’è sicuramente tantissimo sovraffollamento che rende la vita delle famiglie molto difficile. Le condizioni abitative prevedono sempre container o roulotte molto piccole, le infrastrutture sono insufficienti. L’aspetto più marcatamente discriminatorio è la segregazione di questi campi che sono collocati al di fuori di zone residenziali, in molti casi con pochissimi trasporti pubblici. Quindi, le famiglie che ci vivono sono in una situazione di separazione senza una reale possibilità di inclusione sociale.

La sfida del diritto all’alloggio

D. – È innegabile che tutelare il diritto all’alloggio adeguato per tutti sia una sfida complessa. Tuttavia, non ci possono essere scuse: si devono rimuovere queste gravi forme di discriminazione e segregazione …

R. – Assolutamente. Noi riconosciamo che il disagio abitativo in Italia è diffusissimo. Ci sono centinaia di migliaia di famiglie, non solo rom, ma anche italiane o straniere, che vivono questo momento di difficoltà economica in condizioni abitative precarie. Però, riteniamo ingiustificabile che all’ostacolo economico dovuto alle ristrettezze finanziarie del Paese, si aggiunga il pregiudizio. La discriminazione può e deve essere eliminata, come è obbligo dell’Italia in base ai trattati internazionali.

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