Afghanistan, attentato in una moschea e crisi umanitaria

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Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews L’attacco suicida, sferrato durante la preghiera del venerdì, è stato rivendicato dal sedicente stato islamico. Resta drammatica la situazione nella regione di Herat, dove migliaia di famiglie sono senza casa a causa delle recenti scosse di terremoto.

Un’altra tragedia scuote l’Afghanistan: un attacco suicida, sferrato in una moschea sciita nel nord del Paese. L’esplosione è avvenuta durante la preghiera del venerdì. Le vittime sono almeno 7 ma il bilancio è ancora provvisorio. “Le forze di sicurezza e gli investigatori hanno visitato il luogo dell’attentato per determinare come si è verificato questo deplorevole evento”, ha detto Mustafa Asadullah Hashimi, responsabile provinciale per il dipartimento delle informazioni di Baghlan.

Migliaia gli sfollati per i terremoti

Il Paese, già sconvolto da anni di conflitti e da una grave crisi economica, è stato teatro il 7 e l’11 ottobre scorsi di due forti scosse di terremoto che hanno distrutto interi villaggi nella parte occidentale del Paese. Secondo funzionari talebani, citati dal ‘Guardian’, i morti sono almeno 3000. In base a dati diffusi dall’Onu, negli 11 villaggi del distretto rurale di Zenda Jan sono state distrutte il 100% delle case.

Appelli di Unhcr e Unicef

L’Agenzia dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) ha lanciato un appello per fornire il più in fretta possibile cibo, acqua potabile, vestiti caldi, coperte e ripari d’emergenza agli sfollati. Anche l’Unicef ha lanciato un appello sottolineando che è necessario un finanziamento iniziale di 20 milioni di dollari in aiuto ai 96.000 bambini colpiti dai terremoti. Servono aiuti immediati: l’inverno è alle porte, ricorda il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, e le temperature dovrebbero scendere ben al di sotto dello zero.

 

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