Negoziati israelo-palestinesi, intervista con p. Pizzaballa

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Spiragli di pace in Medio Oriente: c’è un accordo di base per la ripresa dei negoziati tra Israele e l’Autorità nazionale palestinese. L’annuncio è stato dato dal segretario di Stato americano, John Kerry, precisando che i colloqui, dopo uno stallo durato anni, potrebbero essere riavviati presto a Washington. Sul rilancio dei negoziati in Medio Oriente, Amedeo Lomonaco ha intervistato padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa:

R. – Le speranze sono tante, come sempre, ma anche la prudenza. Devo dire che qui non c’è moltissimo entusiasmo nei media, ma anche tra la popolazione, perché sono già stati tanti i tentativi e tante anche le frustrazioni. Comunque, allo stesso tempo, c’è anche la speranza che questa volta sia la volta buona.

Negoziati riservati

D. – Il modo migliore per dare una possibilità a questi negoziati – ha detto, tra l’altro, Kerry – è che siano riservati…

R. – E’ assolutamente vero, perché qualsiasi fuga di notizie scatenerebbe, tra le diverse fazioni in favore o contrarie, tante tensioni e anche tante pressioni. Quindi è meglio che non si sappia nulla e che ci sia l’annuncio solo ad accordo firmato.

Dialogo sia a 360 gradi

D. – E’ importante anche che non ci siano, probabilmente, dei paletti iniziali…

R. – Assolutamente vero! Se si comincia subito il dialogo mettendo condizioni – questo sì, questo no – è un modo sicuro per far fallire il dialogo. Il dialogo deve essere a 360 gradi, da ambo i lati e su tutto, sapendo che poi bisognerà arrivare ad un compromesso. Ma bisogna partire con l’idea e con la disponibilità a mettere in discussione tutto, anteponendo una pace complessiva ad ogni altro interesse.

L’impegno della Chiesa di Terra Santa

D. – Una disponibilità che non mancherà sicuramente sarà quella della Chiesa di Terra Santa…

R. – I cristiani e le chiese sono assolutamente favorevoli a qualsiasi forma di incontro e di dialogo. Prenderemo delle iniziative, di preghiera soprattutto, perché questo nuovo dialogo abbia successo.

Servono soluzioni concrete

D. – Gli ostacoli non mancano, eppure questa volta la sensazione è che veramente il dialogo possa arrivare a delle mete fino a qualche tempo fa insperate…

R. – Abbiamo bisogno non solo di dialogo, ma anche di concretezza, di soluzioni concrete. Il Medio Oriente è a ferro e fuoco – tutto il Medio Oriente – e non possiamo presumere che la Terra Santa, Israele, il conflitto israelo-palestinese, non siano coinvolti in questi cambiamenti. E’ importante prepararsi al futuro, costruendo un futuro basato sulla giustizia e sul riconoscimento reciproco.

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