© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Dopo cinque anni, la Banca Centrale Europea (BCE) ha alzato il costo del denaro. L’intervento, deciso ieri per frenare l’andamento dell’inflazione, prevede un incremento dei tassi di interesse. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Il rialzo dei tassi deciso ieri dalla Banca centrale europea è positivo per l’economia europea. Lo ha affermato il governatore di Banca di Francia, Christian Noyer, dopo il primo incremento della BCE in cinque anni. I tassi dell’area euro sono passati dal minimo storico del 2 per cento al 2,25 per cento. Il presidente della BCE, Jean-Claude Trichet, ha negato che la mossa di ieri impegni il direttivo “in una serie di rialzi” e ha ribadito che “non c’è nessuna decisione prestabilita”.

Crescita economica non pregiudicata

Si agirà di volta in volta – ha aggiunto – tenendo conto della situazione congiunturale. Secondo il premier lussemburghese, Jean Claude Juncker, questo incremento dello 0,25 per cento non frenerà la crescita economica. I governi, gli imprenditori, i capi dei sindacati temono, invece, un rallentamento della ripresa economica. I principali effetti immediati di questo rialzo riguardano, soprattutto, il mercato immobiliare: i mutui diventano, infatti, più onerosi per chi decide di acquistare una casa. Chi ha già stipulato un mutuo a tasso variabile vedrà le proprie rate aumentare. Sarà anche più oneroso accendere un nuovo mutuo.

Adusbef: aggravio per le famiglie

Secondo i calcoli dell’ADUSBEF, l’aggravio per le famiglie che pagano un mutuo sarà compreso tra i 150 e i 300 euro l’anno. Sono previsti rincari anche nel caso di finanziamenti e prestiti. Il rialzo avrà anche effetti positivi: i conti correnti diventano, infatti, più remunerativi e i titoli di Stato più appetibili. Per quanto riguarda l’Italia, lo 0,25 per cento in più comporterà un aggravio sugli interessi che si devono pagare sul debito pubblico, ormai prossimo a 1.500 miliardi di euro.

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