30 anni del Ctv (Centro televisivo Vaticano)

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Trent’anni del Centro Televisivo Vaticano. La tv che racconta il Papa al mondo”. Questo il tema del Convegno celebrato oggi a Roma per celebrare tre decenni di vita del Ctv e per riflettere sul ruolo di questa struttura, nata il 22 ottobre 1983 per volontà del Beato Giovanni Paolo II. Durante l’incontro, sono stati letti i messaggi di Papa Francesco e del presidente italiano, Giorgio Napolitano. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

Il lavoro del Ctv – scrive il Papa – “è un servizio al Vangelo e alla Chiesa”. In questi decenni, la tecnologia ha viaggiato a grandi velocità ed è necessario – si legge nel messaggio – mantenere la prospettiva evangelica in questa specie di “autostrada globale della comunicazione”. L’ottica del Ctv – aggiunge il Santo Padre – non sia mai “mondana”, ma ecclesiale. Raccontare gli avvenimenti legati alla Chiesa richiede “una responsabilità particolare, una forte capacità di leggere la realtà in chiave spirituale”. Non si tratta di una funzione “puramente documentale, neutrale degli eventi” ma di contribuire ad avvicinare la Chiesa al mondo. Grazie alle immagini, il Ctv – aggiunge il Pontefice – è in cammino con il Papa per “portare Cristo nelle tante forme di solitudine dell’uomo contemporaneo”.

Messaggio del presidente Napolitano

Il messaggio del presidente italiano, Giorgio Napolitano, è incentrato sula lunga storia della presenza della Santa Sede nel campo dell’informazione. Una storia scandita dai 150 anni dell’Osservatore Romano, dagli 80 anni della Radio Vaticana, e dai tre decenni del Centro Televisivo Vaticano. “Le tematiche legate al rispetto della persona, il messaggio di pace e di speranza di cui la Chiesa si fa portatrice in una fase storica di notevoli cambiamenti culturali, politici e sociali, il senso di responsabilità verso le generazioni presenti e quelle future – scrive Napolitano – sono le linee portanti della programmazione del centro di produzione della Santa Sede”.

Intervista con il direttore del Ctv, mons. Dario Edoardo Viganò

Il Centro Televisivo Vaticano compie dunque trent’anni. Un’esperienza che attraversa tre Pontificati, una storia di rilievo nel panorama del mondo televisivo. Il direttore del Ctv, mons. Dario Edoardo Viganò:

R. – E’ una storia densa di incontri, di occasioni. Certamente, poi sono 30 anni in cui il gruppo stesso del Centro Televisivo Vaticano è andato assumendo e acquisendo sempre maggiore professionalità. Trent’anni anni scanditi anche da innovazione tecnologica: pensiamo, ad esempio, al momento in cui si è passati a produrre tutto in high definition. In questo momento, un altro snodo tecnologicamente importante è l’acquisizione di un media “backbone”, che ci permetterà di archiviare in file certamente ciò che stiamo girando adesso, ma anche recuperando tutto l’archivio, che è un bene prezioso.

D. – Quali le novità nel futuro, proprio all’insegna della digitalizzazione?

R. – Certamente, la digitalizzazione permetterà appunto una disponibilità del materiale sia internamente sia esternamente ai broadcaster internazionali. Poi, c’è un recupero anche dal punto di vista del linguaggio, perché un Pontificato, ad esempio come quello di Papa Francesco, ha bisogno di una cura delle immagini che abbia un sapore cinematografico.

D. – Come il Ctv accompagna questo Pontificato? Quali le esigenze peculiari?

R. – Papa Francesco è un uomo dell’inclusione, dell’abbraccio, del tatto, delle carezze, quindi è un uomo del contatto personale. Ed è per questo che, molto spesso, noi costruiamo le immagini, creando anche quello che viene chiamato un controcampo: lo spettatore non ha solo lo sguardo della folla verso il Pontefice, ma ha anche, in qualche modo, il punto di vista del Papa verso la gente. Un incontro, quindi, di sguardi, che è un incontro, un abbraccio.

Intervista con la presidente della Rai, Anna Maria Tarantola

Trent’anni segnati anche dalla collaborazione del Ctv con emittenti di tutto il mondo. Preziosa, in particolare, quella con la Rai. La presidente dell’azienda pubblica televisiva italiana, Anna Maria Tarantola:

R. – E’ stato un periodo in cui, da un lato, all’inizio, noi abbiamo affiancato il Centro Televisivo Vaticano anche con le nostre strutture. Poi, via, via il Centro Televisivo Vaticano è riuscito a svilupparsi, anche con grande incisività ed efficacia, nel mondo della comunicazione. Il nostro rapporto, quindi, è cambiato da un rapporto di assistenza ad un rapporto di collaborazione vera e propria.

D. – Una relazione che sarà sempre più forte, anche in futuro?

R. – Io spero di sì, perché abbiamo una comunanza su diversi aspetti e su due in particolare. Facciamo missione di servizio, servizio diverso: noi informiamo tutti su tutto e voi informate soprattutto sull’attività della Chiesa e del Santo Padre, ed è, però, una missione di servizio. L’altro aspetto è quello della documentazione, perché entrambi siamo molto attenti ed impegnati nell’avere la documentazione della storia: la storia del nostro Paese e la storia della Chiesa cattolica nel mondo. Credo che su questi due aspetti si possa continuare a costruire una collaborazione molto importante e molto fattiva, per il bene di tutti.

Mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali e del Consiglio di Amministrazione del Centro Televisivo Vaticano, ha infine ricordato che accompagnando il Pontificato di Papa Francesco, la missione del Ctv è quella di diffondere le immagini del Santo Padre esaltando la dimensione della vicinanza e promuovendo la cultura dell’incontro.

Immagine:

By Unknown Unknown (CTV Television) [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], via Wikimedia Commons

 

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