Crisi ucraina: accuse di Mosca a Kiev
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
La situazione in Ucraina è sempre tesa. L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa ha annunciato che i suoi osservatori tenteranno nuovamente di entrare in Crimea, dopo due tentativi a vuoto questa settimana. Il ministro degli Esteri russo Lavrov sottolinea che Mosca è disponibile ad un dialogo “onesto ed equo” con i suoi partner stranieri per aiutare l’Ucraina ad uscire dalla crisi. Ma precisa che il governo di Kiev “dipende da nazionalisti radicali che hanno preso il potere con un attacco armato”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
I margini di manovra politica per risolvere la crisi in Ucraina appaiono ristretti. Per Mosca l’attuale esecutivo ucraino non è indipendente. Il governo di Kiev chiede a quello russo di lasciar operare gli osservatori internazionali in Crimea. E denuncia che truppe russe hanno assaltato nella notte, in Crimea, postazioni ucraine costringendo alla fuga le guardia di frontiera. La Cina definisce la situazione nel Paese incresciosa e ribadisce la sua contrarietà a sanzioni contro la Russia. Il presidente americano, Barack Obama, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, concordano sulla necessità che la Russia ritiri le sue forze dalla Crimea, dove secondo il Pentagono sono stati dispiegati almeno 20 mila soldati russi.
Mosca: sanzioni contro Russia boomerang per Stati Uniti
Mosca avverte Washington che eventuali sanzioni contro la Russia “colpiranno gli Stati Uniti come un boomerang”. Sul terreno, intanto, è fallito il tentativo delle truppe russe di prendere il controllo di una base missilistica a Sebastopoli e in occasione dell’odierna giornata, i soldati ucraini in Crimea distribuiscono fiori alle donne. Molti Paesi hanno inoltre boicottato le Paraolimpiadi di Sochi, inaugurate ieri alla presenza di Putin. La società russa Gazprom minaccia infine di tagliare le forniture di gas all’Ucraina se Kiev non salderà il suo debito, che ammonta a quasi 2 miliardi di dollari.
Sulla complessa attuale situazione politica, Amedeo Lomonaco ha raccolto il commento di Massimiliano Di Pasquale, giornalista esperto di Ucraina e membro dell’Associazione Italiana di Studi Ucrainistici:
R. – Finora, Mosca non ha voluto affatto il dialogo, violando anche tutta una serie di accordi anche internazionali, tra cui quello che era stato firmato il 5 dicembre del 1994 a Budapest in base al quale l’Ucraina – all’epoca – cedeva il suo arsenale nucleare in cambio della garanzia della tutela dei suoi confini, da parte di Gran Bretagna, Stati Uniti e della stessa Russia. Quindi, l’annessione di fatto della Crimea è in violazione a qualsiasi principio di diritto internazionale. L’idea di voler proclamare un referendum per la secessione dell’Ucraina e per l’annessione alla Federazione russa, senza aver consultato in alcun modo il governo legittimo di Kiev, è in violazione a qualsiasi norma di diritto internazionale.
Il governo ucraino e le accuse di Mosca
D. – A complicare il dialogo c’è il fatto che, secondo Mosca, il governo di Kiev dipende da nazionalisti radicali che hanno preso il potere con un attacco armato …
R. – Quelli che hanno preso il potere non sono illegittimi e non sono fascisti. Ma è un governo ad interim che è stato votato dalla Rada, il Parlamento ucraino. E se questo radicalismo fosse così spinto, non si spiega perché la comunità ebraica di Kiev appoggi Maidan.
Il ruolo di Stati Uniti e Unione Europea
D. – Per risolvere il braccio di ferro politico ed evitare anche il rischio di una guerra, quali ruoli possono avere Stati Uniti ed Unione Europea?
R. – Per evitare la guerra occorre veramente un ruolo diplomatico molto forte da parte degli Stati Uniti, perché c’è un’Europa silente che probabilmente per paura di ritorsioni legati al gas ha avuto un ruolo veramente debole …