Scomparso Maradona, poeta del calcio. Una vita fra trionfi e fragilità

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Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews Mondo dello sport in lutto per la morte del calciatore argentino, Diego Armando Maradona, da molti considerato il più grande giocatore di tutti i tempi, ma uomo dalle molte fragilità. Papa Francesco ripensa “con affetto” agli incontri del 2014, in occasione della “Partita per la pace”, e poi del 2015, nell’ambito delle iniziative e i progetti di “Scholas Occurentes”.

Da Buenos Aires a Napoli, il mondiale del 1986 e due scudetti

Dalla periferia polverosa di Buenos Aires ai vicoli di Napoli. L’epopea sportiva di Maradona, salito sul tetto del mondo con la sua nazionale nel 1986, è la storia del calcio. È storia il suo gol segnato contro l’Inghilterra con uno slalom memorabile tra gli avversari, arrivato dopo la rete con un pugno ribattezzata la “Mano de Dios”.  Fanno parte della storia anche i suoi trionfi a Napoli, dove conquista due scudetti, nel 1987 e nel 1990, e una Coppa Uefa. I suoi gol, figli di una tecnica sopraffina e di un piede sinistro senza eguali, sono un patrimonio per generazioni di sportivi. Le sue giocate sono l’espressione più alta del calcio, quella che coniuga l’estro con l’agilità, il guizzo decisivo con una straordinaria visione di gioco. Il brasiliano Pelè, un altro fenomeno assoluto nella storia del calcio, ha commentato con queste parole la notizia della morte di Maradona: “E’ triste perdere amici in questo modo. Sicuramente un giorno giocheremo a calcio insieme in cielo”. “Io ho perso un caro amico, e il mondo ha perso una leggenda. C’è molto di più da dire, ma per adesso possa Dio dare forza alla sua famiglia”. Il presidente dell’Argentina, Alberto Fernandez, ha annunciato tre giorni di lutto nazionale.

Calciatore straordinario, uomo fragile

Maradona è stato un calciatore straordinario ma anche un uomo fragile, con una vita segnata in vari momenti dalla piaga della droga. Una vita che dai primi vagiti, nel barrio popolare di Villa Fiorito fino agli ultimi istanti nella sua casa di Tigre, all’età di 60 anni, non si è mai disgiunta dall’amore per la sua terra natia, l’amata Argentina. Lo stesso Paese di Papa Francesco che ama il calcio ed è tifoso del San Lorenzo de Almagro. Il Pontefice ha potuto ammirare le prodezze del più grande fantasista di tutti i tempi. Lo ha conosciuto e lo ha incontrato più volte.

Incontri tra il Papa e Maradona

Nel 2014 c’è stato un incontro tra il Papa e Maradona in occasione della partita per la pace organizzata a Roma. Nel 2015 nell’ambito delle iniziative e i progetti di “Scholas Occurentes”. In quell’occasione, durante una conferenza stampa nella sede della Radio Vaticana, Diego Armando Maradona ha pronunciato queste parole:

Querría realmente agradecir a Francisco…

Vorrei davvero ringraziare Francesco per tutto l’affetto che mi dà. Oggi credo che tutti noi riconosciamo che è un fenomeno, che farà qualcosa per i ragazzi e che abbiamo un Papa fantastico. Abbiamo parlato di molte cose, dell’impegno affinché i giocatori si uniscano e facciano qualcosa per i bambini che non mangiano in molte parti del mondo. E siamo stati d’accordo totalmente, ma ci vorrà molto tempo. Oggi posso dire di essere sostenitore di Francesco. Il primo sostenitore di Francesco sono io.

El Santo Padre…

Il Santo Padre mi tratta come un fratello e tratta tutti nella stessa maniera. Lui tratta tutti allo stesso modo: bacia tutti, abbraccia tutti. Lui ha poco tempo a disposizione, lavora tantissimo ma trova sempre il tempo per tutti.

Esto es un sueño…

Quello che sto vivendo è un sogno. Questo è quello che volevo fare da tanto tempo. Io ho giocato al calcio e oggi ci sono ragazzi che continuano a giocare a calcio, ai quali bisogna comprare gli scarpini, per i quali non c’è un campo dove possano giocare. Quello che noi vogliamo fare con Scholas è aiutarli. E tutti i giocatori, tutti i giocatori di calcio sono con Francesco.

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