Raid aerei israeliani in Libano

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Libano si è aperta, come annunciato dal governo dello Stato ebraico all’indomani del summit di Roma, una nuova, intensa fase delle azioni militari israeliane: nella notte, Israele ha condotto oltre 60 raid aerei e continuato a martellare il sud del Libano e la valle della Bekaa. Secondo fonti dei Servizi di sicurezza libanesi, sono morte in questi ultimi attacchi almeno 11 persone. Ed il conflitto non risparmia neanche i bambini: un neonato partorito prematuramente in un taxi in fuga da Tiro, a sud di Beirut, e i suoi due fratellini sono morti durante un raid. Sulla situazione in Libano, ascoltiamo il servizio di Amedeo Lomonaco:

Le ultime operazioni israeliane hanno colpito 130 obiettivi in Libano ed almeno 14 razzi sono stati lanciati, stamani, dagli Hezbollah contro diverse aree della Galilea. E dopo  questo ormai consueto e drammatico alternarsi di raid e attacchi, il bilancio delle vittime, da quando ha avuto inizio l’offensiva israeliana, si fa sempre più pesante: il Ministero della salute di Beirut ha rivelato che sono oltre 600 i libanesi rimasti uccisi. Secondo fonti di stampa israeliane, sono invece più di 50 i civili e i militari dello Stato ebraico morti.

Clima di alta tensione

La tensione è alta, poi, anche al confine tra Israele e Siria. Secondo un’emittente televisiva libanese, l’esercito siriano ha iniziato a scavare trincee in una vasta aerea nel timore di un attacco israeliano. Subito dopo, la radio israeliana ha affermato che lo Stato ebraico non intende attaccare la Siria. Sul versante politico, il presidente statunitense, George Bush, ha ribadito ieri il suo “no” ad “una pace ingannevole”, ovvero ad una tregua che non affronti le cause del conflitto tra Israele e gli Hezbollah. Da Israele arrivano, inoltre, critiche verso la forza dell’ONU dispiegata, dal 1978, nella zona di cuscinetto tra Libano e lo Stato ebraico.

Forza internazionale

I caschi blu – ha dichiarato l’ambasciatore israeliano all’ONU, Dan Gillerman – “non sono stati capaci di prevenire attacchi contro Israele”.  L’ambasciatore ha anche escluso che le Nazioni Unite possano svolgere un ruolo di primo piano nel comando di un’eventuale forza internazionale in Libano, spiegando che servono truppe più addestrate per una situazione delicata come quella in atto nella regione.

La condanna dell’Onu

Sono state respinte, inoltre, le richieste di aprire un’inchiesta congiunta Israele – Nazioni Unite sulla morte di 4 osservatori dell’ONU in seguito ad un’incursione israeliana condotta, martedì scorso, nel sud del Libano. Su questo episodio, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha approvato un documento nel quale non esprime parole di condanna nei confronti di Israele e si dichiara “profondamente scioccato”. Grande preoccupazione, viene espressa infine, dall’UNICEF per la situazione degli sfollati in Libano. Secondo l’agenzia dell’ONU, i profughi sono oltre 700 mila e, tra questi, quasi la metà sono bambini.

Foto:

By https://www.flickr.com/people/45644610@N03 [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons

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