Santa Sede: preoccupante lo scenario coreano
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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
“La Santa Sede vede con preoccupazione la situazione nella penisola coreana e sostiene ogni sforzo della comunità internazionale per rilanciare i negoziati per la denuclearizzazione e la pace”. E’ quanto ha affermato mons. Janusz Urbańczyk, capo delegazione della Santa Sede al primo Comitato preparatorio (in corso a Vienna dal 2 al 12 maggio) della Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare. Le armi nucleari – ha sottolineato – generano “un falso senso di sicurezza”. Il presule ha ricordato, in particolare, che quando la Santa Sede ha aderito nel 1971 al Trattato ha voluto contribuire agli sforzi tesi a promuovere “la sicurezza, la fiducia reciproca e la pacifica cooperazione nelle relazioni tra i popoli”. Anche ora la presenza della Santa Sede al Comitato preparatorio – ha osservato mons.Urbańczyk – è mossa dal desiderio di “lavorare per un mondo libero da armi nucleari”.
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Sforzi della comunità internazionale non sufficienti
Ma gli sforzi della comunità internazionale di utilizzare il Trattato per rendere il mondo più sicuro – ha sottolineato – finora non sono stati sufficienti. La Santa Sede – aggiunge il presule – esorta gli Stati a compiere progressi concreti e concordati per conseguire “l’obiettivo finale dell’abolizione delle armi nucleari”. Ed è pronta ad impegnarsi, in modo costruttivo, in questo processo. La pace deve essere riconosciuta come una “virtù attiva”, che richiede lo sforzo di ogni individuo e della società nel suo complesso.
Serve un’etica di fraternità fondata sul rispetto e sul dialogo
“Un’etica di fraternità e di coesistenza pacifica tra le persone e tra i popoli – come si legge nel messaggio di Papa Francesco in occasione dell’ultima Giornata mondiale della pace – non può basarsi sulla logica della paura, della violenza e della chiusura, ma sulla responsabilità, sul rispetto e sul dialogo sincero”. In quel messaggio – ha ricordato mons. Urbańczyk – il Pontefice aveva anche lanciato un appello “in favore del disarmo, nonché della proibizione e dell’abolizione delle armi nucleari”.
La deterrenza non ha alcuna valenza etica
“La deterrenza nucleare e la minaccia della distruzione reciproca assicurata – aggiungeva il Papa – non possono fondare questo tipo di etica”. Infine, sottolineando che la Santa Sede sostiene sforzi e negoziati finalizzati alla creazione di uno strumento giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, ha esortato le autorità politiche non solo a garantire la sicurezza ai propri cittadini ma a lavorare attivamente per la crescita globale della pace, di cui l’umanità ha molto bisogno.