Il Papa ai cappellani dell’aviazione civile

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Gli aeroporti rispecchiano sempre di più la realtà globalizzata e sono luoghi di incontro dove si concentrano anche molte ansie e difficoltà del nostro tempo. E’ quanto ha affermato Benedetto XVI incontrando, stamani in Vaticano, i partecipanti al XV seminario internazionale dei cappellani cattolici e membri delle cappellanie dell’aviazione civile, promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Indicando l’urgenza di rendere presente la missione della Chiesa “di portare Dio all’uomo e guidare l’uomo all’incontro con Dio”, il Papa ha ricordato che negli aeroporti si incontrano persone diverse per nazionalità, cultura e religione. In questi luoghi sono anche molteplici le situazioni umane “non facili che richiedono sempre maggiore attenzione”:

“Penso, ad esempio, a coloro che vivono un’attesa piena di angoscia nel tentativo di transitare senza i documenti necessari, in qualità di migranti o di richiedenti asilo; penso ai disagi causati dalle misure per contrastare gli atti terroristici. Anche nelle comunità aeroportuali si rispecchia poi la crisi di fede che tocca molte persone: i contenuti della dottrina cristiana e i valori che essa insegna non sono più considerati punti di riferimento, pure in Paesi che hanno una lunga tradizione di vita ecclesiale”.

Chiamati ad annunciare il Vangelo

In questo contesto, i membri delle cappellanie dell’aviazione civile sono chiamati ad annunciare il Vangelo con l’esempio e la testimonianza ben consapevoli che…

“…pur nell’occasionalità degli incontri, la gente sa riconoscere un uomo di Dio e che spesso anche un piccolo seme in un terreno accogliente può germogliare e produrre frutti abbondanti”.

Aeroporti e centralità dell’uomo

Negli aeroporti la mobilità continua e la tecnologia rischiano anche di oscurare la centralità di ogni essere umano:

“Spesso l’attenzione maggiore viene riservata all’efficienza e alla produttività, a scapito dell’amore del prossimo e della solidarietà, che devono, invece, caratterizzare sempre i rapporti umani. Anche in questo la vostra presenza è importante e preziosa: è una testimonianza viva di un Dio che è vicino all’uomo; ed è un richiamo a non essere mai indifferenti verso chi si incontra, ma a trattarlo con disponibilità e con amore”.

L’importanza delle cappelle aeroprotuali

Da qui l’importanza delle cappelle aeroprotuali, come “luoghi di silenzio e di ristoro spirituale”. Il modello di questo servizio pastorale nelle cappellanie – ha osservato il Pontefice – è la Vergine Santa, venerata con il titolo di Madonna di Loreto, patrona di tutti i viaggiatori in aereo in ossequio alla tradizione “che attribuisce agli angeli il trasporto da Nazaret a Loreto della Casa di Maria”. C’è anche un altro “volo” di cui quella Santa Casa è testimone, quello dell’arcangelo Gabriele che porta il lieto annuncio a Maria. Così, “l’Eterno è entrato nel tempo, Dio si è fatto uomo”:

“Mentre eravamo ancora peccatori Dio ha mandato il suo Figlio, Gesù Cristo, per redimerci con la sua morte e risurrezione. Egli non è rimasto nell’alto dei cieli, ma si è immerso nelle gioie e nelle angosce degli uomini del suo tempo e di tutti i tempi, condividendo la loro sorte e ridonando loro la speranza”.

Missione della Chiesa

Questa è la missione della Chiesa: annunciare Gesù Cristo unico Salvatore e rinnovare quest’opera di evangelizzazione in un mondo – ha concluso il Papa – in cui “l’abbattimento delle frontiere e i nuovi processi di globalizzazione rendono ancora più vicine le persone e i popoli”.

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