Benedetto XVI su evoluzionismo e creazionismo

0
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

I temi dell’evoluzionismo e del creazionismo e il rapporto tra amore e dolore sono stati al centro dell’incontro, tenutosi martedì scorso nella chiesa di Santa Giustina Martire ad Auronzo di Cadore, tra Benedetto XVI ed il clero delle diocesi di Treviso e Belluno-Feltre. Il Papa ha detto che l’evoluzione è una realtà, confermata da prove scientifiche, ma non è sufficiente a spiegare tutta la realtà. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

Benedetto XVI ha detto che è necessario “riconoscere la ragione creatrice” per “ritrovare il senso della vita” e concepire la “dignità umana”. Il Papa ha fatto poi riferimento al dibattito, attualmente molto acceso in Germania e negli Stati Uniti, sul creazionismo e sull’evoluzionismo, presentati come alternative escludenti. Benedetto XVI ha sottolineato che non c’è una contrapposizione tra l’evoluzione e l’opera del Dio Creatore.

“Questa contrapposizione è un’assurdità perché da una parte ci sono tante prove scientifiche in favore di un’evoluzione che appare come una realtà che dobbiamo vedere e che arricchisce la nostra conoscenza della vita e dell’essere come tale. Ma la dottrina dell’evoluzione non risponde a tutti i quesiti e non risponde soprattutto al grande quesito filosofico: da dove viene tutto?”.

Il senso della vita

L’uomo è poi chiamato a dare risposte e senso alla propria vita e alla “grande armonia cosmica pensata dal Creatore”. La vita senza Dio, ha detto il Santo Padre, è un “semplice pezzo dell’evoluzione”. E’ importante – ha aggiunto il Papa – che la ragione si apra di più:

“Siamo pensati e voluti e, quindi, c’è un’idea che mi precede, un senso che mi precede e che devo scoprire, seguire e che dà finalmente significato alla mia vita”.

Il senso della sofferenza

Conoscendo la realtà del senso precedente – ha detto poi Benedetto XVI – possiamo anche riscoprire il senso della sofferenza. Il Papa ha sottolineato, in particolare, come amore e dolore siano inscindibili. L’amore, ha aggiunto, è donarsi e rinunciare a se stessi:

“Tutto questo è dolore, sofferenza, ma proprio in questa sofferenza del perdermi per l’altro, per l’amato e quindi per Dio, divento grande e la mia vita trova l’amore e nell’amore il suo senso”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *