Austria. Leitenberger: elezioni uno scossone per il Paese

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Austria le elezioni presidenziali hanno fatto registrare la netta vittoria  del Partito della Libertà. Norbert Hofer, il candidato di questa formazione – considerata di estrema destra da molti osservatori – ha ottenuto il 36,4% delle preferenze. Hofer sfiderà al ballottaggio, il prossimo 22 maggio, il candidato dei Verdi, Van Der Bellen. Sul significato di questa consultazione, Amedeo Lomonaco ha intervistato Erich Leitenberger, portavoce del Consiglio Ecumenico delle Chiese in Austria:

 

R. – Le elezioni presidenziali nel nostro Paese vengono considerate un terremoto. L’Austria della Seconda Repubblica deve il suo successo fondamentalmente alla Grande coalizione tra popolari e socialisti che ha garantito per decenni un continuo sviluppo economico. Ma adesso gli austriaci l’hanno punita molto chiaramente.

Le ragioni dietro il voto

D. – Cosa ha influito, in particolare, sull’esito di questo voto?

R. – Una cosa sembra certa: la coalizione è stanca. Gli austriaci hanno l’impressione che tutto sia bloccato, che non si vada avanti. A questo si aggiunge l’impatto della crisi dei rifugiati. Il Partito della libertà, da anni, polemizza contro l’immigrazione. I partiti di governo hanno fatto proprio il gioco del Partito della libertà promuovendo la questione dei profughi come tema centrale della campagna elettorale. Si può dire che la crisi dei partiti tradizionali, che sussiste in molti Paesi europei da anni o da decenni, ha raggiunto anche l’Austria.

Il Partito della libertà

D. – Il Partito della libertà è definito una formazione di estrema destra…

R. – All’estero il Partito della libertà molte volte viene classificato come partito di estrema destra. Qui si deve essere cauti. Questo giudizio non corrisponde al cento percento alla realtà; dall’altra parte, è vero, in questo partito ci sono anche i residui del lato oscuro dell’anima austriaca conosciuto anche dai tempi più bui della storia novecentesca, opposto al lato chiaro della nostra nazione, caratterizzato tra l’altro dall’impegno umanitario magnanimo.

Il voto in Austria e il futuro dell’Europa

D. – L’esito di questo voto può rappresentare una grave ferita per l’Europa che vuole accogliere gli immigrati …

R. – Sarà un segnale che ci rende un po’ tristi. Ci sono segnali simili anche in altri Paesi e questi partiti simili al Partito della libertà, in realtà non hanno un concetto chiaro su come considerare e trattare il problema dei profughi. C’è solo l’espressione: “Non vogliamo tanti profughi”.

Il nodo del Brennero

D. – Un emblema di questi segnali di chiusura in Austria è la barriera la Brennero che si sta costruendo proprio al confine con l’Italia …

R. – È un segnale molto negativo, anche considerando l’importanza storica del Brennero, da sempre valico tra la parte settentrionale e la parte meridionale del continente. Speriamo che questa fase di preparazione di chiusura del Brennero sia stata una manovra che si doveva vedere nel contesto delle elezioni presidenziali

La voce della Chiesa

D. – In questo contesto così delicato dal punto di vista politico, qual è la voce della chiesa austriaca?

R. – La voce della Chiesa cattolica, maggioritaria in Austria, è stata sempre molto chiara così come quella delle altre chiese. Naturalmente bisogna regolare l’immigrazione, bisogna cercare di avere delle regole fisse per l‘ingresso dei profughi ma, innanzitutto, la Chiesa cattolica austriaca è dalla parte del Papa che ci ha insegnato molto chiaramente che il profugo prima di tutto è un essere umano, un fratello, una sorella; bisogna trattarlo come fratello, come sorella.

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