Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù, che quest’anno si celebrerà a livello diocesano il prossimo 5 aprile, Domenica delle Palme, Benedetto XVI invita a ridare la vera speranza ai giovani. “La speranza – afferma il Papa – non è solo un ideale o un sentimento, ma una persona viva: Gesù Cristo”. Nella società attuale, però, molti giovani feriti da esperienze traumatiche, sono privi di punti riferimento, condizionati da immaturità spesso conseguenza di un vuoto familiare. Come ridare loro speranza anche in questo mondo segnato da crisi economiche e di valori? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto al vescovo di Palestrina, mons. Domenico Sigalini:

R. – Dobbiamo aiutare i giovani a porsi domande e a non smettere di leggere la loro vita. Devono scavare dentro perché ci sono forze assolutamente non ancora rivelate in ciascuno di loro. In un secondo momento, queste domande hanno una possibilità di essere orientate ad una risposta. A questo proposito, il Papa poi sottolinea che “la vera speranza viene dall’aver posto la fede in Dio”.

Crisi di speranza

D. – Oggi però – si legge nel messaggio – c’è una crisi di speranza. Una crisi che colpisce più facilmente le nuove generazioni che, in contesti socio-culturali privi spesso di certezza, di valori e di solidi punti di riferimento, si trovano poi ad affrontare difficoltà che appaiono superiori alle loro forze …

R. – Sì anche perché, purtroppo, il mondo adulto non fa il suo dovere fino in fondo. Se noi pensiamo, ad esempio, al discorso del lavoro, constatiamo che è ancora un problema insoluto. Già il Papa era intervenuto sui problemi grandi della precarietà. Ci sono poi dei cattivi maestri – per esempio – che non danno ai giovani indicazioni vere sulla vita, che ancora sono attaccati a ideologie, ideologie che non hanno mai dato speranza, eppure vengono continuamente inoculate …

Il vero cristiano non è mai triste

D. – Anche di fronte a molteplici problemi – scrive il Papa – l’autentico cristiano non è mai triste; anche se si trova a dovere affrontare prove di vario genere, sa che la presenza di Gesù è il segreto della sua gioia e della sua pace …

R. – … Ed è una presenza fatta di momenti belli, di preghiera, di azioni concrete, di compagnie, di modi di vita e di stili che i ragazzi, nella loro sincerità e fragilità, riescono ancora a ritagliarsi dentro la società, la scuola, le nostre parrocchie. Questo incontro con il Signore Gesù va al di là delle nostre debolezze, delle nostre fragilità e quindi un giovane deve avere la certezza che un riferimento c’è nella vita. E il Papa continua ad insistere: “Se perdi la speranza – afferma – è perché hai lasciato perdere Dio!” …

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