A Cuba manifestazione dell’opposizione

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

A Cuba il leader maximo Fidel Castro ha accettato di far svolgere una riunione politica pubblica all’Avana indetta da un gruppo di dissidenti. L’incontro, durante il quale è stato trasmesso un discorso del presidente americano Bush, si è tenuto ieri in una villa alla periferia della capitale. Ma all’autorizzazione sono seguite, da parte del regime, severe misure repressive nei confronti di parlamentari europei e diversi giornalisti. L’inviato del Corriere della Sera Francesco Battistini, espulso ieri dall’isola, è arrivato da pochi minuti a Parigi. La Spagna ha presentato intanto proteste formali per le espulsioni dei deputati europei. Adesso si teme un deterioramento delle relazioni tra Cuba e Unione Europea. Sul significato dell’incontro dei dissidenti cubani, ascoltiamo al microfono di Amedeo Lomonaco l’inviato di Avvenire Luigi Geninazzi:

R. – L’incontro dei dissidenti ha un duplice significato: da un lato ha mostrato il volto repressivo del regime castrista, dall’altro lato questa riunione, tenuta da dissidenti certamente ha un grande valore. Ma bisognerà vedere cosa accadrà in futuro. Dobbiamo tener presente che il Congresso non rappresentava tutta l’opposizione ma solo una parte. Credo che la parte più responsabile dell’opposizione, quella che fa capo al progetto Varela del cattolicoOswaldo Payá, non sia stata d’accordo con questa iniziativa.

Linea di Fidel Castro

D. – Con l’espulsione degli europarlamentari e l’arresto di diversi giornalisti europei, il regime cubano ha compiuto un errore strategico o vuole perseguire un isolamento ancora più marcato?

R. – Io credo che sia la sua solita linea. Fidel Castro, poco tempo fa, quando l’Unione Europea ha sospeso le sanzioni, ha risposto tranquillamente che a lui non interessa la posizione dell’Unione Europea. A questo punto la palla passa all’Europa. Deve decidere cosa fare. Da qualche mese va avanti una sorte di braccio di ferro fra la Commissione Europea, che sarebbe favorevole a togliere le sanzioni, e l’Europarlamento che ha criticato quest’apertura. Quindi bisognerà vedere come andrà a finire.

Cuba e la comunità internazionale

D. – Come la Comunità internazionale può aiutare Cuba?

R. – Occorre introdurre le libertà fondamentali a cominciare dalla libertà di espressione e di stampa. Ecco, queste due richieste vanno presentate a Cuba. Ovviamente Fidel Castro non le accetterà però è importante porle in modo che la Comunità Internazionale non possa essere accusata di essere strabica, cioè di vedere le violazioni dei diritti umani solo in una parte del mondo. Ci sono 11 milioni di cubani che vogliono essere trattati come cittadini, con i loro diritti.

Futuro di Cuba

D. – Quale futuro si può ipotizzare, adesso, per Cuba?

R. – Credo che la parte più responsabile dell’opposizione cubana stia già preparando, adesso, il dopo Castro. Lo sta preparando con due parole d’ordine: liberazione dal regime comunista, ma, allo stesso tempo, riconciliazione nazionale.

Chiesa cattolica a Cuba

D. – Qual è la situazione della Chiesa cattolica nel Paese?

R. – La Chiesa cattolica gode di libertà di culto, ma non ha nessuna, o pochissima libertà di educazione ed è molto ridotta la possibilità di avere dei propri mezzi di comunicazione. Il cardinale Jaime Ortega ha potuto parlare cinque minuti alla televisione cubana, dopo la morte di Giovanni Paolo II, mentre Fidel Castro sul Papa ha parlato quattro ore, ma senza accennare che era il capo della Chiesa.

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