Una via dolorosa che interpella il cuore di ogni uomo

Dall’Osservatore Romano del 18 dicembre 2021

Tra le inconfondibili linee e arcate del Colosseo, in un luogo dove migliaia di persone hanno subito, in passato, il martirio per essere rimasti fedeli a Cristo, la Croce abbraccia i dolori del modo, scosso dalla pandemia e da conflitti.

La guerra in Ucraina è oggi una “via dolorosa” dove la voce carica di dolore di vittime e profughi, tra cui donne e bambini, interpella il cuore di ogni uomo, soprattutto di chi può e deve promuovere la pace.

Quest’anno la Via Crucis torna a svolgersi al Colosseo. Per due anni, a causa dell’emergenza legata al coronavirus, si era svolta in piazza San Pietro. Le meditazioni della Via Crucis 2020 erano state curate dalla parrocchia del carcere di Padova “Due Palazzi”. Nel 2021 i testi delle 14 stazioni sono stati preparati dai ragazzi del catechismo della parrocchia romana Santi Martiri d’Uganda e dagli scout del “Foligno ”. Per questa Via Crucis del 2022, venerdì 15 aprile, le meditazioni sono affidate a famiglie legate a comunità e associazioni cattoliche di volontariato e assistenza.

In questo nostro tempo la via della Croce di Gesù si intreccia dunque con le vie dolorose in Ucraina dove le agghiaccianti immagini di corpi senza vita e il dramma di persone in fuga testimoniano gli orrori della guerra. La tredicesima Stazione vedrà la presenza di una famiglia russa e di una ucraina. Quelle di una infermiera ucraina, Irina, nel Centro di cure palliative “Insieme nella cura” della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma. E di una studentessa russa, Albina, del Corso di Laurea in Infermieristica dell’Università Campus Bio-Medico. Le loro voci, quotidianamente vicine a chi soffre, esprimono la stessa speranza per la pace. Il mondo ha bisogno di pace e amore.

I popoli ucraino e russo devono tornare a percorrere vie di fraternità e amicizia, sentimenti come quelli che uniscono te ed Albina. Le vostre voci oggi si uniscono, si liberano insieme per prendersi cura dei più fragili e si alzano insieme per chiedere la pace…

La nostra amicizia nasce all’interno del reparto di cure palliative “Insieme nella cura”. Il nostro incontro è avvenuto proprio in questo luogo molto delicato. Dal primo momento, il nostro legame è stato molto naturale. È nata questa una amicizia in modo spontanea. E quindi, ogni volta che ci incontravamo, era una emozione. Quando ci siamo incontrate poco dopo l’inizio della guerra, Albina è venuta nel reparto. Io ero di turno. È bastato il nostro sguardo: i nostri occhi si sono riempiti di lacrime. Mi emoziono sempre nel ricordare che Albina ha cominciato a chiedermi scusa. In quel momento era veramente inconsolabile. Non riuscivo a consolarla. Lei si sentiva in colpa e mi chiedeva scusa. Io la rassicuravo che lei non c’entrava niente in tutto questo.

Sei arrivata in Italia nel 2004. Sei un’infermiera nel Centro di cure palliative “Insieme nella cura” dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. Nel tuo lavoro hai affrontato e continui ad affrontare l’emergenza del Covid. E assisti, in particolare, quanti sono colpiti da malattie in fase avanzata. Cosa significa essere accanto alle sofferenze di chi si trova nel momento della Croce…

Questo momento di guerra va ad aumentare questa sofferenza. Essere accanto a persone che soffrono in una fase fragile della loro vita, a causa di una malattia in fase avanzata, è una assistenza molto delicata. La persona che si trova in questa fase, viene assistita da tutti i punti di vista. Cerchiamo di alleviare la sofferenza, di trattare il dolore, di dare qualità di vita alla persona e alla sua famiglia.

Cosa significa per te la parola “insieme” in un momento in cui sembra prevalere un’altra logica, quella della divisione?

Questa parola insieme mi accompagna anche nel lavoro e sicuramente, in questo momento, insieme si potrebbe fare tanto. L’umanità si deve unire insieme per cercare di trovare la pace e una soluzione a tutto quello che sta accadendo.

Andiamo al giorno del Venerdì Santo, alla Via Crucis. In quel giorno cosa chiederai a Dio?

Sicuramente pregherò con tutto il mio cuore per la pace, per tutti gli esseri umani, per tutti quelli che soffrono e per le persone che hanno perso la vita senza poter avere accanto i loro cari.

di AMEDEO LOMONACO