In udienza dal Papa il premier iracheno Al Maliki

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110407-F-DQ383-020 Secretary of Defense Robert M. Gates poses for a photo and shakes hands with Iraqi Prime Minister Maliki during a trip to Baghdad, Iraq, on April 7, 2011. Gates also met with troops and held discussions while taking photos and giving out coins to deployed members. DoD photo by Master Sgt. Jerry Morrison, U.S. Air Force. (Released)

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza il premier iracheno, Nouri al Maliki. Il Papa ed il primo ministro hanno espresso una “comune condanna” del terrorismo. E’ stata poi ribadita l’importanza del dialogo interreligioso, come “via alla comprensione religiosa ed alla civile convivenza”. Il primo ministro, che ieri si è recato nelle Grotte Vaticane per rendere il suo personale omaggio a Giovanni Paolo II, ha anche rivolto a Benedetto XVI l’invito a visitare l’Iraq. Il servizio di Amedeo Lomonaco

Benedetto XVI ha incontrato il primo ministro iracheno nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. In precedenza, il premier aveva reso visita al segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone. I colloqui – rende noto la Sala Stampa Vaticana – “si sono svolti in un clima di cordialità” e hanno permesso di esaminare alcuni aspetti fondamentali della complessa situazione irachena.

Nouri Al Maliki

Il tema dei rifugiati

Particolare attenzione è stata rivolta “al tema dei numerosi rifugiati iracheni, dentro e fuori del Paese, che hanno bisogno di assistenza, anche in vista di un auspicato ritorno”. E’ stata anche “rinnovata la condanna della violenza che quasi ogni giorno continua a colpire le diverse parti del Paese, senza risparmiare le comunità cristiane, che sentono fortemente il bisogno di una maggiore sicurezza”.

Cristiani in Iraq

Uno Stato, quello iracheno, in cui la storia della comunità cristiana è stata segnata negli ultimi anni da gravi episodi di persecuzione. Il 3 giugno del 2007, a Mossul, sono stati uccisi il parroco della chiesa del Santo Spirito, padre Ragheed Ganni, e tre diaconi. Nel febbraio 2008, è stato rapito e poi assassinato mons. Paulos Faray Rahho, arcivescovo caldeo di Mossul. Sangue versato, ma anche vessazioni che spesso non fanno notizia, come l’assalto all’arcivescovado di Mossul nel dicembre 2004, le bombe contro le chiese negli anni successivi, il rapimento nel gennaio 2005 del vescovo siro-cattolico di Mossul, mons. Georges Casmoussa, poi rilasciato, e i sequestri-lampo di molti cristiani iracheni.

Ancora violenze nel Paese del Golfo

Centinaia di migliaia sono poi stati costretti a lasciare il Paese a causa di continue violenze e della crisi economica. In uno scenario così drammatico, non mancano comunque segnali di speranza: durante l’incontro, stamani, del premier iracheno con il Papa è stato espresso in particolare “l’auspicio che l’Iraq possa trovare decisamente la strada della pace e dello sviluppo attraverso il dialogo e la collaborazione di tutti i gruppi etnici e religiosi, che nel rispetto delle varie identità, provvedano insieme alla ricostruzione morale e civile del Paese”. Al Papa, il premier iracheno ha donato una palma d’argento, simbolo di pace. Il dono del Pontefice è stata una penna commemorativa dei 500 anni della Basilica di San Pietro.

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