Simposio di Istanbul, intervista con padre Maurice Borrmans

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Si è chiuso ieri sera ad Istanbul il sesto Simposio islamo-cristiano incentrato sul tema “Rapporto tra ragione e fede nell’islam e nel cristianesimo”, organizzato dai frati cappuccini che lavorano in Turchia. Il dibattito ha preso spunto dal discorso pronunciato nel 2006 da Benedetto XVI a Ratisbona e dalla lettera inviata circa un anno fa al Santo Padre da 138 studiosi islamici. Particolare rilievo è stato anche dato al rapporto tra fede e ragione nelle due religioni. Su questa relazione si sofferma, al microfono di Amedeo Lomonaco, il teologo islamista padre Maurice Borrmans, che ha partecipato al simposio tenutosi ad Istanbul:

 

R. – Da entrambe le parti le scuole teologiche hanno sempre tentato di avviare una collaborazione tra fede e ragione; da parte cattolica abbiamo sempre detto che la filosofia era la ‘serva’ della teologia. Da parte musulmana, è difficile parlare propriamente di teologia, ma piuttosto di metafisica religiosa. E’ per questo che nel mondo arabo si fa fatica, talvolta, ad avere un vocabolario comune.

Istanbul
Comprensione del testo

D. – Quale mediazione serve oggi per rispondere ad una fede spesso in crisi e ad una ragione che molte volte cede all’istinto?

R. – Nel leggere i Testi Sacri, soprattutto il Corano, bisogna adeguarsi ai contesti storici. La ragione, nell’interpretare il Testo Sacro oggetto della fede, deve intervenire per aggiornare la comprensione del testo e passare da un significato letterale ad uno simbolico o ampliato.

Discorso del Papa a Ratisbona

D. – Ha generato frutti nel mondo islamico il discorso del Papa a Ratisbona?

R. – Sì. La parte sostanziale della lezione teologica di Ratisbona era indirizzata soprattutto ad un mondo occidentale positivista. Un mondo che dimenticava che la ragione deve anche porsi anche delle domande metafisiche: il nostro destino umano è effimero nel tempo biologico o supera i limiti della storia personale o comunitaria?

Lettera inviata al Papa dai 138 saggi islamici

D. – E nel mondo cattolico, quale contributo ha dato la Lettera inviata al Papa dai 138 saggi islamici?

R. – In campo ecumenico è stata ricevuta ed apprezzata. Da parte cattolica, la risposta positiva del Papa tramite il cardinale Bertone ha fatto in modo che ci sia stata una lettera del gruppo rappresentativo dei 138; le tematiche della Lettera riguardano l’amore di Dio e del prossimo, come base fondamentale dei monoteismi, e poi la dignità dell’uomo in tale contesto, perché l’uomo è capace di amare e, dunque, di essere amato.

Dialogo interreligioso

D. – A quale sforzo, a quale cammino comune sono chiamati oggi cristiani e musulmani per conoscersi e rispettarsi?

R. – Dobbiamo vedere come in ogni Paese il contesto culturale e, talvolta il quadro politico, ci permettano, o meno, di attuare questo piccolo sforzo per superare lo scontro delle ignoranze. Cosi’ si può avviare una interconoscenza per un rispetto reciproco.

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