Scontri in Costa d’Avorio, oltre 600 mila sfollati

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

La situazione della Costa d’Avorio, sempre più dilaniata dalla guerra civile e dalle gravi difficoltà economiche, continua ad essere esplosiva. Secondo il Programma alimentare mondiale dell’Onu, sono più di 600 mila i profughi che stanno scappando dalle aree dei combattimenti verso i Paesi confinanti o verso le zone non ancora interessate dagli scontri a fuoco. La Francia, che nel suo ruolo di forza di interposizione ha inviato 2.500 soldati sul territorio africano, rischia di rimanere impantanata nel conflitto, stretta tra il fuoco dei miliziani e la bellicosità dell’esecutivo di Abidjan.

Confronto tra ribelli e governo

Il 15 gennaio si svolgerà a Parigi una tavola rotonda tra il governo ivoriano e i leader dei ribelli, un appuntamento che potrebbe costituire una tappa decisiva per promuovere la pace in Costa d’Avorio. Sulla situazione del Paese ivoriano ascoltiamo padre Germano Gazoa, professore di Teologia spirituale e delle religioni all’Università cattolica di Abidjan, al microfono di Amedeo Lomonaco.

 

R. – La situazione è confusa. Tutti cercano di andare via, la vita è molto costosa e tutto è molto difficile.

Il ruolo della Francia

D. Qual è il ruolo della Francia in questo conflitto?

R. – Il ruolo della Francia è confuso, perché non sappiamo esattamente quale sia la sua strategia. All’inizio avevamo pensato che fossero venuti nel nostro Paese per aiutare il governo a scacciare i ribelli ma ci sono dei momenti in cui non riusciamo a comprendere bene il loro ruolo.

Incontro tra governo e ribelli

D. A quali risultati potrebbe portare l’incontro del 15 gennaio a Parigi tra il governo ivoriano e i leader dei ribelli?

R: Tutta la popolazione vuole che niente sia cambiato nella Costituzione. La speranza è che la Francia prenda una decisione molto coraggiosa. Noi ci aspettiamo che il governo transalpino trovi una soluzione in grado di ristabilire l’ordine sul territorio nazionale

Responsabilità del governo ivoriano

D. – Quali sono le responsabilità del governo ivoriano in merito ai bombardamenti che colpiscono la popolazione civile?

R. I ribelli si sono mescolati alla popolazione e si sono infiltrati per attaccare i soldati del governo. I soldati hanno bombardato perché i ribelli si sono mescolati alla popolazione ed è difficile distinguere gli uni dagli altri.

Catastrofe umanitaria

D. – Il Pam parla di 600.000 profughi all’interno del Paese: qual è la loro situazione?

R. – La situazione economica è molto difficile e stiamo andando verso una catastrofe umanitaria, come quella del Rwanda e del Burundi.

La guerra e la comunità cristiana

D: Come sta vivendo la comunità cristiana il dramma della guerra?

R. – La comunità insieme alla Caritas sta accogliendo i profughi. I sacerdoti, le suore e tutte le comunità religiose si sono organizzate per svolgere al meglio la loro opera. I cristiani sono molto impegnati.

 

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