Rinnovata missione Onu nel Sahara occidentale

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha rinnovato, per altri sei mesi, la missione MINURSO nel Sahara occidentale. La missione, composta da 230 osservatori, soldati e forze dell’ordine internazionali sta cercando di sbloccare la contesa tra Marocco, al quale il territorio è annesso senza riconoscimento internazionale, e il Fronte Polisario, che chiede la realizzazione del referendum di autodeterminazione proposto dalle Nazioni Unite. Sulla situazione del Sahara occidentale, il  servizio di Amedeo Lomonaco:

Unico territorio dell’Africa a non aver mai ottenuto l’indipendenza, il Sahara occidentale è passato dalla dominazione coloniale spagnola del XIX secolo ad un’occupazione militare marocchina a partire dal 1975. La popolazione locale, i Saharawi, rivendicano il diritto dell’autodeterminazione. L’esercito per la liberazione del Sahara occidentale, il Fronte Polisario, ha chiesto l’indizione di un referendum di autodeterminazione ma agli abitanti nativi, oltre 260 mila, non è ancora stata data, la possibilità di esercitare il diritto al voto, come proposto dall’ONU. A questa popolazione bisogna poi aggiungere più di 210 mila coloni marocchini ai quali il Fronte Polisario non vorrebbe concedere la possibilità di esprimersi sull’in-dipendenza.

Sahra occidentale al centro di una disputa trentennale

Il Sahara occidentale, inizialmente rivendicato anche dalla Mauritania, è dunque al centro di una disputa ormai trentennale. Nel corso degli anni ’80, i soldati del Marocco, per difendersi dagli attacchi sferrati dal Polisario, hanno costruito migliaia di muri di sabbia e hanno dislocato più di un milione di mine. Attualmente, il Sahara occidentale è una delle regioni al mondo con il maggior numero di mine. Nel 1988, il governo di Rabat e il Polisario hanno aderito ad un piano di pace provvisorio e dal 1991 l’ONU controlla, con la missione MINURSO, il rispetto della tregua.

Sahara occidentale tra i primi produttori di fosfati

La proroga di questa missione di peacekeeping, decisa ieri sera e presentata dagli Stati Uniti, ripropone adesso l’elemento centrale di questa spinosa questione: riconoscere o negare al popolo Sahrawi il diritto all’autodetermi-nazione. Il Sahara occidentale, poco più grande del Regno Unito, è uno tra i primi produttori al mondo di fosfati naturali, impiegati in vari settori quali l’agricoltura e l’industria bellica.

Foto:

By Mike Prince from Bangalore, India (Erg Chebbi) [CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons

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