Regge il cessate il fuoco in Libano

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Medio Oriente, il cessate-il-fuoco sembra tenere, nonostante alcuni sporadici episodi di violenza: questa mattina due civili sono morti per la deflagrazione di due ordigni sganciati, nei giorni scorsi, da aerei israeliani nel sud del Libano. La notte scorsa sono stati sparati, inoltre, diversi colpi di mortaio, da parte di guerriglieri Hezbollah, contro postazioni presidiate da soldati dello Stato ebraico. Fortunatamente, non ci sono state vittime. Ieri, poi, sei combattenti sciiti sono rimasti uccisi in scontri isolati con soldati israeliani. Ma la situazione sul terreno appare comunque tranquilla. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

La tregua sembra reggere e gli sfollati tornano a casa. Almeno un milione di persone sta cercando di districarsi tra strade e ponti distrutti per tornare nel sud, dove oltre 15 mila abitazioni sono crollate durante i bombardamenti. E proprio nel sud del Libano, l’esercito dello Stato ebraico ha reso noto di essere pronto ad abbandonare le proprie posizioni. Fonti locali riferiscono che il ritiro dei soldati israeliani dal Libano potrebbe essere completato entro la prossima settimana. La rapidità dell’operazione dipenderà dai tempi di dispiegamento della forza internazionale di interposizione e di 15 mila soldati libanesi. Secondo fonti militari israeliane, un’avanguardia del contingente multinazionale delle Nazioni Unite potrebbe arrivare già nelle prossime 48 ore.

Bush: risoluzione Onu passo avanti

Sul versante politico, il presidente americano George Bush ha definito la risoluzione dell’ONU, che ha portato alla cessazione delle ostilità, un “passo avanti significativo” verso la pace in Medio Oriente. Il governo di Beirut ha definitivamente accolto, inoltre, la risoluzione delle Nazioni Unite precisando che è stata accettata da tutte le componenti libanesi. Il leader degli Hezbollah ha proclamato, poi, la vittoria dei guerriglieri sciiti, festeggiata in Libano e in Iran, e ha escluso che la prossima tappa sarà il disarmo dei suoi combattenti.

Israele: nostra guerra contro il terrorismo

Sull’altro fronte, il premier israeliano, Ehud Olmert, si è assunto tutte le responsabilità della guerra davanti al Parlamento. Israele – ha spiegato il primo ministro – non intende però scusarsi per il conflitto contro gli Hezbollah in Libano, dove non c’è stata nessuna reazione “sproporzionata”. “La nostra guerra e la guerra contro il terrorismo – ha concluso Olmert – non è iniziata ieri e non finirà nel prossimo futuro”.

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By https://www.flickr.com/people/45644610@N03 [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons

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