Putin: sistema antimissile Usa minaccia per Mosca

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Il piano di uno scudo antimissile in Europa, fortemente voluto dagli Stati Uniti, è stato nuovamente criticato dal presidente russo, Vladimir Putin. La Russia si è anche dichiarata pronta a puntare propri missili contro l’Europa se verrà realizzato il sistema di difesa antimissilistico. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

L’equilibrio strategico mondiale può essere alterato con sistemi difensivi che creano l’illusione di non essere più vulnerabili e di poter attaccare senza conseguenze. E’ quanto afferma, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il presidente russo Vladimir Putin, che lancia anche un duro monito all’amministrazione americana. Se gli Stati Uniti – avverte il capo di Stato russo – realizzeranno un sistema di difesa anti-missilistico in Europa, la Russia tornerà a puntare i propri missili nucleari contro città e obiettivi militari europei. Il presidente russo contesta, poi, gli argomenti con cui Washington difende il piano, che prevede basi in Polonia e nella Repubblica Ceca.

Usa: il sistema antimissilistico è difensivo

Secondo l’amministrazione americana, tale progetto dovrebbe garantire un’adeguata protezione agli Stati Uniti e ai suoi alleati da eventuali attacchi missilistici da parte di quei Paesi che Washington definisce ‘Stati canaglia’. Ma Putin teme, in realtà, che il sistema di difesa possa rivelarsi una minaccia per la Russia. E invoca la strada del negoziato, già intrapresa con la Corea del Nord. Indicata anche la via diplomatica anche per trovare una soluzione alla complessa questione nucleare iraniana. Putin ribadisce, quindi, le accuse rivolte agli Stati Uniti di aver ripreso la corsa agli armamenti. Ma il presidente russo smentisce la prospettiva di una nuova guerra fredda. Il rischio è in realtà molto più grave. Il riarmo statunitense – osserva Putin – accresce il pericolo di una guerra nucleare.

Intervista con Fabrizio Dragosei

Ma come interpretare le dichiarazioni di Putin? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto al corrispondente a Mosca per il Corriere della Sera, Fabrizio Dragosei, che ha intervistato il presidente russo.

R. – La Russia non è disposta ad accettare, ora che è diventata nuovamente una super potenza economica, di essere relegata ad un ruolo di secondo o terzo piano da un punto di vista politico e militare. I russi vedono nello scudo americano un’arma difensiva in grado di intercettare i loro missili. E dicono, quindi, che correranno sicuramente alle contromisure; una di queste contromisure è proprio quella di puntare nuovamente i missili su obiettivi europei. La Russia vuole, soprattutto, riaffermare un suo ruolo internazionale.

Relazioni tra Russia e Usa

D. – C’è stato, dunque, un cambio significativo nelle relazioni negli ultimi anni tra Stati Uniti e Russia e quali sono i nuovi perni dell’equilibrio strategico mondiale?

R. – Con la presidenza Bush è un po’ cambiato l’atteggiamento nei confronti della Russia. La Russia, a sua volta, ha delle gravi colpe sul piano del mancato rispetto dei diritti umani sia in Russia che in Cecenia e sul piano del mancato rispetto delle libertà di informazione. Questo ha portato ad un inasprimento dei toni. Io, però, francamente non credo che si vada verso una nuova Guerra Fredda, perché gli interessi di fondo dei due Paesi sono molto vicini; così come gli interessi di fondo di tutto il mondo, del mondo occidentale, della Russia ed anche della Cina, sono ormai degli interessi economici che collimano e che vanno nella stessa direzione. C’è solo una necessità di stabilire una leadership mondiale, che per questi Paesi che ormai sono economicamente molto forti, non può essere unipolare. Non sono cioè disposti ad accettare una supremazia totale ed unica degli Stati Uniti, anche perché poi hanno visto – e in parte lo abbiamo visto anche noi – che quando gli Stati Uniti si muovono da soli e senza ascoltare i consigli di nessuno, come è avvenuto ad esempio in Iraq, spesso sbagliano.

Foto:

Kremlin.ru [CC BY 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/3.0) or CC BY 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0)], via Wikimedia Commons

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