Rivelazioni sulla morte di Calipari in Iarq

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Iraq non si placano le violenze e la situazione resta sempre molto tesa: oltre al dramma dell’ennesimo attentato compiuto ieri a Mossul, si susseguono ulteriori particolari sull’uccisione del funzionario del Sismi, Nicola Calipari, e sul tragico capitolo delle torture perpetrate da militari americani contro detenuti iracheni. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

E’ salito a 50 morti il bilancio del drammatico attentato compiuto ieri a Mossul, nel nord del Paese, da un kamikaze durante un funerale in una moschea sciita. Per i timori di nuovi attacchi da parte della guerriglia, la cerimonia funebre per le vittime di questo ennesimo attentato si terrà in forma privata. Sulla sparatoria di venerdì scorso a Baghdad, costata la vita all’agente italiano Nicola Calipari, la giornalista Giuliana Sgrena ha rilasciato intanto una nuova intervista ad un collega del Manifesto. Giuliana ha ribadito di non aver visto alcun fascio di luce quando i soldati americani hanno sparato contro l’auto sulla quale viaggiava. I colpi – ha aggiunto – erano diretti verso l’abitacolo dell’auto e non erano stati lanciati né in aria né verso il motore.

Gli ultimi momenti di vita dell’ufficiale Calipari

“Non ho visto posti di blocco”, ha precisato la giornalista spiegando poi che “il fuoco è stato aperto da giovani militari statunitensi”. Mi sembrava impossibile – ha proseguito Giuliana Sgrena – che gli americani ci attaccassero. L’ufficiale al volante – ha dichiarato l’inviata del Manifesto – ha gridato ‘Siamo italiani’; Nicola Calipari invece non ha detto niente e mi ha coperto mentre cercavo di scivolare tra i sedili.

Orrori ad Abu Ghraib

Nuovi sconcertanti particolari sono stati rivelati, infine, sui casi di maltrattamenti e sevizie nelle prigioni irachene: trascrizioni di testimonianze delle inchieste dell’esercito su quanto avvenuto ad Abu Ghraib riferiscono che c’erano anche bambini fra i detenuti del carcere dove militari americani si sono resi responsabili di abusi.

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