Mons. Marchetto su nuove forme di schiavitù

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

La relazione tra migrazioni e nuove forme di schiavitù. E’ questo il tema dell’intervento dell’arcivescovo Agostino Marchetto in occasione del convegno del Consiglio nazionale forense. Nel discorso, anticipato alla stampa, il segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti sottolinea che il divario economico è causa di nuove forme di schiavitù. La “Chiesa – aggiunge – non è rimasta indifferente o silenziosa” di fronte a questi drammi. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Le migrazioni sono per l’uomo “una maniera coraggiosa di manifestare la volontà di superare le avversità ed avere una vita migliore”. La globalizzazione e i progressi nei campi delle comunicazioni e dei trasporti – ricorda l’arcivescovo Agostino Marchetto – hanno incrementato il fenomeno dei flussi migratori. Attualmente i migranti internazionali sono oltre 200 milioni, ma non sempre le migrazioni si rivelano “un’esperienza fruttuosa”. Molti migranti si trovano intrappolati “dietro un muro di discriminazione, xenofobia e razzismo” ed altri sono vittime di abusi. Milioni di persone – almeno 12 secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) – vivono in condizioni disumane.

Drammatiche forme di schiavitù

Molti di questi migranti sono esposti a drammatiche forme di schiavitù quali lo sfruttamento sessuale, il lavoro forzato e perfino l’asportazione di organi. “La Chiesa – osserva l’arcivescovo – non è rimasta indifferente o silenziosa”. In vari Paesi è impegnata nella lotta contro la prostituzione e nell’assistenza alle vittime “con l’ascolto e il sostegno”. Negli Stati dilaniati da conflitti la Chiesa si occupa anche del “recupero dei bambini soldato” con attività finalizzate al loro “reinserimento socio-economico nella società”. La Chiesa combatte contro le moderne forme di schiavitù mediante le sue convinzioni, con insegnamenti e azioni, ispirata dal Vangelo e in conformità alla propria missione.

Serve un nuovo ordine economico

Di fronte a questo costante e prezioso impegno – sottolinea il segretario del dicastero vaticano – non si deve dimenticare la causa principale dell’orrendo fenomeno delle nuove forme di schiavitù: “l’enorme divario economico esistente tra Paesi ricchi e poveri e tra ricchi e poveri all’interno di uno stesso Paese”. Tale fenomeno – spiega infine l’arcivescovo Agostino Marchetto – solleva una questione etica, “quella della ricerca di un nuovo ordine economico internazionale per una più equa distribuzione dei beni della terra”.

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