Maria ai piedi della Croce: la riflessione di padre Toniolo

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

La Croce è il luogo del dolore e dell’amore. Ai piedi della Croce c’è Maria, acanto al Figlio morente e in attesa della Risurrezione. Quale icona possiamo scorgere vedendo Maria straziata dal dolore per la morte di Gesù? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto a padre Ermanno Toniolo, dell’Ordine dei Servi di Maria:

R. – Il Concilio Vaticano II ci ha dato un’immagine meravigliosa della Vergine Maria, che non è soltanto la Madre, ma è Colei che ha camminato in una peregrinazione di fede lunga, come persona umana oltre che come la Madre del Figlio di Dio. E perciò è arrivata ai piedi della Croce in una lunga notte oscura di fede, con la quale lo ha seguito per 33 anni. Stette alta, soffrendo profondamente con il suo Figlio unigenito, associandosi con animo materno al sacrificio di Lui e amorosamente acconsentendo all’immolazione della vittima che Lei stessa aveva generato per il sacrificio. Questa è l’immagine che il Concilio ci ha dato. La Madre ai piedi della Croce ha consumato la sua strada di fede e di amore.

Vocazione della maternità

D. – Nel Vangelo, la vocazione innanzitutto è quella della maternità. Maternità significa proteggere, custodire, far rivivere la vita sull’esempio di Maria …

R. – Sì, ma possiamo guardarla in tanti aspetti, questa maternità di Maria! E’ una maternità che inizia custodendo, addirittura nel grembo, il germe di una vita che comincia. Ma è germe non solo di una vita umana, perché è il Figlio di Dio che assume da Lei la carne umana! Vestendolo, Lei, delle sue carni immacolate e del suo sangue purissimo, lo ha accompagnato, crescendolo, piano piano. Lei stessa è cresciuta accanto a Lui nella sua dimensione di maternità, una maternità in crescendo, fino alla Croce. Alla Croce, la sua maternità si è definitivamente – per così dire – “fissata”: è La Madre!

Il Papa su Maria ai piedi della Croce

D. – Cosa ci dice il Papa di Maria ai piedi della Croce?

R. – Nella sua Enciclica “Spe salvi” Benedetto XVI scrive che nell’Ora della Croce, quando tutto è sembrato un fallimento, quando l’erede di Davide, il Figlio di Dio, lo vide morire come un fallito, esposto allo scherno, tra i delinquenti, in quell’ora in cui accolse dalle sue labbra morenti la parola di consegna “Donna, ecco il tuo figlio!”, in quell’ora ritornano alla sua mente le parole dell’Angelo: “Non temere, Maria!”. E’ dunque la figura della fede incrollabile, della figura intrisa di speranza, anch’essa incrollabile perché fondata sulla parola e sulla natura del Figlio, e sulla fedeltà del Padre al suo progetto d’amore per noi. “Non temere, Maria!”. Quando sembra tutto fallito, è allora che tutto incomincia perché c’è sempre un’Ora di Dio, c’è sempre un terzo giorno per l’amore che il Padre ha riservato a tutti i suoi figli.

Menzogne sulla Chiesa

D. – Le menzogne degli uomini hanno portato Gesù sulla Croce. Oggi, altre menzogne colpiscono la Chiesa e anche il Papa. Come possiamo leggere questo tempo attraverso lo sguardo di Maria?

R. – Io penso che una madre sa sempre compatire, capire e attendere il ritorno dei figli. Condannare non è proprio di una madre, tanto più della Madre dei redenti: sono tutti figli suoi. Tanto colui che è in capo alla Chiesa viene bersagliato oggi ingiustamente quanto coloro che lo bersagliano. Sono tutti figli suoi! Anche i crocifissori sono diventati suoi figli, mentre insultavano Colui che moriva, il Dio per loro. Oggi, dunque, l’occhio della Vergine si può velare di lacrime e il suo cuore di tristezza, ma non venir meno mai né alla comprensione né alla compassione né alla supplice preghiera perché possano ritornare tutti – come il Papa tante volte ricorda – sulla via della verità, per avere la vita.

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