Iraq: violenze a Baghdad, Tikrit e Kerbala

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Continuano gli episodi di violenza in Iraq, dove nelle città di Baghdad, Tikrit e Kerbala si registrano oggi diverse vittime tra i soldati della coalizione, i civili e i combattenti iracheni. Sulla difficile situazione nel Paese arabo ci riferisce Amedeo Lomonaco:

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Almeno quattordici iracheni sono morti per un’esplosione avvenuta in un affollato mercato di Sadr City, quartiere di Baghdad dove poco prima un civile è stato ucciso e tre sorelle sono rimaste gravemente ustionate dopo che i soldati americani hanno aperto il fuoco. Nella capitale irachena, inoltre, cinque soldati statunitensi sono rimasti uccisi e sei feriti nel corso di un agguato contro una base militare della coalizione presso Taji. Un ennesimo attacco kamikaze ha provocato, a Tikrit, la morte di quattro poliziotti iracheni nei pressi di una base militare statunitense. E a Kerbala – per la quale l’imam al-Sadr ha minacciato, ieri, di ricorrere ad operazioni suicide se la città sciita sarà attaccata dalla coalizione – cinque miliziani, impegnati nella preparazione di un agguato, sono stati uccisi da una pattuglia polacca.

Morto un marine americano

Da un comunicato diffuso oggi dalla coalizione si è anche appreso che un marine americano è morto due giorni fa in seguito alle ferite riportate in scontri nella regione di Falluja. E proprio nella città del triangolo sunnita, dove ieri hanno fatto il loro ingresso la Croce Rossa italiana e la Mezzaluna Rossa, i soldati statunitensi hanno intanto ricevuto l’ordine di non far rientrare le famiglie che vogliono tornare nelle loro case. In questo difficile scenario, recentemente caratterizzato dal progressivo sfaldamento della coalizione dopo la decisione di Spagna, Honduras e Repubblica Dominicana di ritirare le loro truppe, si deve registrare che la Norvegia ha confermato la propria decisione di richiamare il suo contingente il prossimo primo luglio.

Altri soldati dall’Albania

L’Albania, attualmente presente nel Paese arabo con settantuno soldati nella zona di Mossul, è inoltre pronta ad inviare altri militari e vorrebbe che questi fossero affiancati ai soldati italiani. E sulla presenza della coalizione in Iraq il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, ha dichiarato che non sarebbe opportuno, in questo momento, che le truppe italiane lascino il Paese.

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