© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Dopo sei giorni di cessate-il-fuoco, una nuova azione militare israeliana ha provocato in Libano la morte di tre presunti Hezbollah. Nell’incursione, confermata dallo Stato ebraico, è rimasto ucciso anche un soldato israeliano. Il primo ministro libanese, FuadSiniora, ha definito il raid una “chiara violazione della cessazione delle ostilità dichiaratadal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

La tregua è stata infranta, all’alba, con un’azione condotta da soldati israeliani nella valle della Bekaa. L’esercito dello Stato ebraico ha dichiarato di aver agito per bloccare il flusso di armi, provenienti dalla Siria e dall’Iran, destinate  agli Hezbollah. Secondo l’emittente televisiva “al Jazeera”, l’attacco aveva in realtà per obiettivo l’eliminazione di un membro dell’ufficio politico della formazione sciita.

Libano denuncia raid israeliani

Poco prima, la sicurezza libanese aveva anche denunciato un raid aereo  israeliano compiuto, nella notte, nell’est del Paese. Ma l’aviazione israeliana ha ammesso, in questo caso, soltanto il sorvolo sulla valle della Bekaa. Le operazioni militari israeliane compiute nella notte e questa mattina sono comunque le prime da quando, lunedì scorso, è entrata in vigore la tregua voluta dall’ONU.

Arrivato un primo contingente per rinforzare l’Unifil

Intanto, un primo contingente composto da 50 militari francesi è arrivato in Libano per rinforzare l’UNIFIL, la forza di interposizione delle Nazioni Unite incaricata di monitorare la tregua. Durante una conversazione telefonica, il presidente del Consiglio dei ministri italiano, Romano Prodi, e il presidente francese, Jacques Chirac, “hanno convenuto sulla necessità di una significativa ed ampia partecipazione dei Paesi membri dell’Unione Europea alla mission” delle Nazioni Unite.

Soddisfazione dell’Onu per le truppe promesse da vari Paesi

Il vice segretario generale dell’ONU ha poi espresso soddisfazione per le truppe promesse da Italia e Finlandia e l’impegno assicurato da Nepal, Indonesia, Malaysia e Bangladesh. Ma il governo israeliano ha già precisato che i Paesi senza relazioni diplomatiche con lo Stato ebraico, tra cui Indonesia, Malaysia e Bangladesh, non dovrebbero fornire uomini all’UNIFIL. Le tappe della missione sono, comunque, già fissate. Le Nazioni Unite hanno annunciato che un primo scaglione di 3.500 caschi blu prenderà posizione entro il 2 settembre. La missione sarà a ranghi completi entro il 4 novembre. Da registrare, infine che la nave San Marco della Marina militare italiana, con a bordo 500 tonnellate di aiuti, ha raggiunto stamani il porto di Beirut.

Foto:

By Israel Defense Forces [CC BY-SA 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], via Wikimedia Commons

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