Haiti: si continua a scavare tra le macerie

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Ad Haiti le squadre di soccorso non cessano le ricerche tra le macerie delle città devastate dal terremoto anche se con il passare delle ore diminuisce la probabilità di trovare altri sopravvissuti. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Ad Haiti, a nove giorni dal sisma, che ha provocato la morte di almeno 75.000 persone, si continua a scavare nella speranza di trovare qualcuno ancora in vita. Nelle ultime 36 ore, oltre a una neonata di 15 giorni, sono stati estratti vivi un bimbo di 5 anni e una ragazzina di 11. Ma oltre a questi eccezionali casi sono ancora tanti i cadaveri estratti dalle macerie. La Caritas rende noto che una squadra di soccorso ha ritrovato il corpo senza vita di una donna tra le rovine della cattedrale di Port-au-Prince. Lo stesso team aveva estratto nei giorni scorsi, tra cumuli di calcinacci, anche il cadavere del vicario generale, mons. Charles Benoit, ritrovato con le mani intorno all’ostensorio con l’ostia.

Onu: bilanci ancora ipotetici

Secondo l’Onu il bilancio delle vittime è basato su ipotesi. Il conteggio è reso complicato dal totale collasso delle istituzioni di governo e dal fatto che molte persone si trovano ancora sotto le case, gli alberghi, gli edifici pubblici crollati. Ad Haiti infine sono in arrivo 5 voli della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa con 6.500 Kit per famiglia, 500 tende e 6 macchine. Lo scopo è quello di raggiungere 60 mila famiglie da assistere.

Intervista con Roberto Salvan

Ad Haiti desta poi particolare preoccupazione la situazione di migliaia di bambini rimasti orfani e senza protezione. Occorrono azioni immediate come ribadisce Roberto Salvan direttore generale Unicef Italia, intervistato da Amedeo Lomonaco:

R. – Bisogna fare in modo che tutti i bambini che ora sono da soli e che non hanno più famiglia o parenti, vengano in qualche modo riconosciuti; deve essere dato loro un nome, devono essere messi in sicurezza e in luoghi protetti; successivamente, quando la situazione sarà più tranquilla, si potrà ricongiungerli ai loro familiari … se ancora ci sono.

Il terremoto e i bambini

D. – Molti bambini sono rimasti orfani e dunque sono privi non soltanto di assistenza, ma anche di protezione. Quali sono i rischi cui possono andare incontro?

R. – Ci sono già state segnalate dai nostri operatori sul campo persone che raccolgono i bambini, senza riconoscerli e non fanno parte di organizzazioni o associazioni. All’aeroporto di Haiti abbiamo anche assistito alla partenza di bambini non accompagnati con aerei che andavano certamente all’estero. Noi vorremmo, insieme e d’accordo con le altre organizzazioni, vigilare maggiormente su quelli che possono essere eventuali rischi. I bambini rischiano di entrare in logiche di traffico. Prima del terremoto c’erano centinaia di orfanotrofi non regolari e probabilmente molti di quei bambini sono ora per strada – noi ne abbiamo identificate alcune migliaia – ed il rischio di essere vittime di un turpe traffico è altissimo.

La tragedia di Haiti e la Comunità internazionale

D. – In concreto quali misure deve prendere – secondo l’Unicef – la Comunità internazionale per evitare in questa drammatica situazione flagelli come adozioni irregolari, abusi sessuali, casi di sfruttamento minorile e il traffico di organi?

R. – Tutti quanti i governi che sono intervenuti in soccorso e in aiuto della popolazionie di Haiti devono essere d’accordo con una presa di posizione forte nel proteggere tutti i bambini di Haiti. Ma questa protezione deve essere garantita in Haiti; i bambini non devono essere portati via in alcun modo e ad ognuno di loro si deve assicurare protezione.

Consigli dell’Unicef

D. – Quale è il consiglio dell’Unicef per quanti hanno intenzione di adottare i bambini di Haiti?

R. – Se le persone hanno già passato tutti i gradi per quanto riguarda le adozioni internazionali, probabilmente l’adozione internazionale verrà orientata verso i bambini haitiani. Ma questo, l’adozione internazionale dei bambini haitiani, si potrà fare soltanto in un secondo momento. Molto probabilmente tra 3-4 mesi si aprirà anche la possibilità di adottarli in modo definitivo. Per ora bisogna aspettare.

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