Globalizzazione e insicurezza personale

Il termine mercenario designa la condizione di quanti vengono remunerati in cambio di prestazioni militari. Fino allo scoppio del I conflitto mondiale, le azioni militari hanno riguardato soprattutto questo tipo di figure professionali. Ma adesso la guerra, il rischio di un conflitto e la possibilità di attacchi terroristici appartengono a tutti. Questo scenario è prima di tutto il frutto di intrecci che provocano squilibri politici su scala globale. 

Instabilità

Tali squilibri possono infatti innescare guerre, instabilità politiche, recessioni e crisi profonde. Il grande mercato economico tramite cui si muovono i processi di globalizzazione, detta la condivisione delle emergenze da parte delle superpotenze. Ma provoca anche il risentimento di quei popoli che vivono emarginati nella loro sfera locale.

Scontro tra globale e locale

L’incontro-scontro del mondo globale con quello locale può essere devastante perché i confini strutturali di questi due contesti non provocano solo un conflitto tra nazioni e uomini, ma anche un pericoloso e perpetuato atteggiamento di intolleranza tra due o più civiltà.

L’emblema dell’11 settembre

Le recenti immagini degli attentati alle torri gemelle e la disperata fuga del popolo afghano dalle proprie case costituiscono l’opposizione tra coloro che non riescono a vivere in pace perché rappresentano la società del capitalismo, e coloro che invece subiscono costantemente i morsi della miseria e della guerra perché lontani da quel mercato globale di cui invece gli americani fanno parte.

Creare spazi condivisi

In questo vuoto finora incolmabile tra connessi ed esclusi, tra attori globali e locali, gli inserimenti più inquietanti sono quelli del terrorismo che, in caso di conflitto, può aumentare profitti e investimenti e alimentare una cultura della paura e dell’odio.  Se  la globalizzazione è un fenomeno irreversibile, lo sforzo che l’umanità deve compiere deve essere allora proteso alla creazione di uno spazio globale condiviso, in cui tutti gli attori politici ed economici possano partecipare.

Dalla tesi di laurea, nel 2001, di Amedeo Lomonaco: “Limiti e potenzialità del fenomeno della globalizzazione per l’economia contemporanea”.

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