Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Nel Messaggio per la 45.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, presentato ieri nella memoria di San Francesco di Sales e intitolato “Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale”, Benedetto XVI ricorda che i cristiani sono chiamati ad entrare nel web con fiducia e creatività, perché la “rete” è parte integrante della vita umana.

Intervista con padre Rivoltella

Il Papa sottolinea che le vie telematiche portano ad un’interazione parziale, ma possono anche favorire relazioni positive, contribuire al bene integrale della persona. Su queste potenzialità e sui rischi della rete, si sofferma al microfono di Amedeo Lomonaco il prof. Pier Cesare Rivoltella, docente di Tecnologie dell’apprendimento presso l’Università Cattolica di Milano:

R. – E’ un aspetto che il Papa sottolinea a ragione, perché normalmente i discorsi di routine, quotidiani, che anche i media riportano, sono eccessivamente preoccupati. Ci sono invece straordinarie potenzialità di questi strumenti – Internet e i social network – che non vanno dimenticate. Una di queste possibilità è proprio l’opportunità che ci danno di prolungare le nostre reti sociali oltre i limiti della presenza.

Nuove opportunità

D. – Poi il Papa, parlando proprio di social network, sottolinea che questi mezzi offrono sicuramente nuove opportunità di condivisione, di dialogo, ma occorre anche evitarne alcuni rischi. Tra questi, ad esempio, il rifugiarsi in una sorta di mondo parallelo oppure l’eccessiva esposizione al mondo virtuale…

R. – Gli eccessi quantitativi, il troppo che fa male, è un dato che la ricerca, rispetto ai consumi dei media, ha già evidenziato da tempo. Per quanto riguarda la possibilità di configurare una realtà parallela, nei casi di uso patologico questo è possibile, ma mi sento di essere rassicurante perché, nella stragrande maggioranza dei casi, il social network aumenta la nostra realtà più che sostituirla. Il vero problema del social network è che spesso è luogo di stupidità digitale ed allora lì l’esercizio è quello di arginare la stupidità digitale per far spazio alla saggezza. Si può essere competenti tecnicamente, ma digitalmente stupidi. Occorre invece mirare sempre alla saggezza e questa è la cosa più importante.

Rischi

D. – Oltre a questo rischio della banalità – come ricorda la psicologa Sherry Turckle nel suo libro “Soli insieme” – c’è un altro pericolo: quello di avere tanti amici nel mondo virtuale ed essere invece soli in quello reale…

R. – E’ un problema oggettivo. Vorrei però ricordare che questo è un problema che c’è sempre stato, anche al tempo del libro. Ci sono sempre stati i nostri amici o i nostri compagni di classe che avevano un libro per amico. Quindi, l’assolutizzazione di qualsiasi tecnologia toglie spazio alle relazioni vere e questo non deve mai accadere.

Evitare di creare falsi profili

D. – Un altro aspetto legato ai social network indicato dal Papa è che “bisogna evitare di creare falsi profili” che possono portare ad una costruzione distorta dell’immagine di sé, all’autocompiacimento. L’autenticità, invece, è la chiave di ogni relazione interpersonale, anche su Internet…

R. – Anche questo è molto vero. Evidentemente, varia da social network a social network. Ci sono social network dove ci si presenta con la propria identità – e quindi anche con l’immagine del proprio volto – ma il fenomeno del fake, ovvero del travestimento e della simulazione di un’altra ’identità, è un fenomeno molto conosciuto, ben presente nel social network. E’ perciò da tenere assolutamente in considerazione come rischio da evitare.

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