Colletta pro Terra Santa. Intervista con p. Neuhaus

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In tutte le parrocchie del mondo si raccoglie nel giorno del Venerdì Santo la “Colletta per la Terra Santa”, un prezioso sostegno non solo per le locali comunità cristiane. Nei Luoghi santi il tempo di Risurrezione è scandito dalla preghiera per la pace e per l’unità dei cristiani. Ed è animato dalla speranza che vengano abbattuti tutti i muri che separano i popoli. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, il vicario del Patriarcato latino di Gerusalemme, padre David Neuhaus:

 

R. – La Chiesa prega, come sempre. Oggi è Venerdì Santo e riflettiamo su nostro Signore sulla Croce. Noi vediamo che i cristiani in Terra Santa, specialmente intorno a noi, vivono questa croce in modo particolare. Preghiamo per la pace, per la giustizia e per la riconciliazione. Noi non vogliamo soffrire, ma la sofferenza è diventata parte della nostra vocazione. Soffrire con fede è anche soffrire con gioia perché siamo sul cammino del Signore.

Lago Tiberiade
Tra Via Crucis e Risurrezione

D. – Quali eventi vissuti quest’anno in Terra Santa appartengono al cammino doloroso della Via Crucis e quali, invece, fanno scorgere il tempo della Risurrezione, il tempo della speranza?

R. – Cominciamo con la speranza. L’avvenimento più importante senza dubbio per i cristiani è stato la visita del Papa, venuto qui in una situazione di sofferenza, di guerra, di violenza. Ha lasciato chiarezza sulla nostra vocazione. Una vocazione che consiste nell’essere ponti tra i popoli. Noi siamo veramente grati al Papa. Sul cammino della Croce è sempre tanta la tentazione di perdere la speranza. Con tutta la violenza, le guerre, la continuazione dell’occupazione in Terra Santa, le prospettive di pace non sono molto buone per il futuro prossimo. Quindi, la tentazione c’è sempre. Credo che questa venga dal diavolo.

Il Legame di tutti i cristiani con la Terra Santa

D. – Oggi, Venerdì Santo, in tutte le parrocchie del mondo si tiene la “Colletta per la Terra Santa”. Questa è l’occasione per rinsaldare il legame tra tutti i cristiani e i Luoghi santi…

R. – Noi siamo molto grati. Senza questo sostegno della Chiesa universale, noi cristiani della Terra Santa avremmo tante difficoltà per continuare la nostra missione. Forse, dobbiamo ricordare che questa Colletta non è soltanto per i cristiani, ma per la Chiesa, e la Chiesa serve tutti in Terra Santa. Quando noi pensiamo alle nostre istituzioni, gran parte dei malati che usano i nostri ospedali e dei bambini che frequentano le nostre scuole non sono cristiani, sono anche musulmani e ebrei. Quindi, la Chiesa serve tutti. Questa Colletta per la Terra Santa ha questa vocazione universale.

Veglia pasquale a Gerusalemme

D. – Tra i momenti centrali di questo tempo, c’è anche la veglia pasquale che, secondo lo “status quo”, a Gerusalemme si celebra sabato mattina…

R. – Secondo lo “status quo”, celebriamo la Risurrezione già il sabato mattina. Questo accadrà fino a quando non si realizzerà il vero sogno del Papa: che i cristiani siano uno. E non ci sarà più bisogno di uno “status quo” perché saremo uniti dal cuore e non soltanto regolati da uno status quo.

L’alta Corte israeliana blocca costruzione di un tratto di muro

D. – In questo tempo di Pasqua, si registra anche un’importante decisione dell’Alta corte israeliana che ha bloccato la costruzione di un tratto di muro progettato dal Ministero della difesa dello Stato ebraico nella valle di Cremisan, nei pressi di Betlemme…

R. – Giovedì Santo abbiamo ricevuto questa bellissima notizia. Dopo nove anni di battaglia legale, l’Alta corte israeliana ha accettato che questo muro crea molta più ingiustizia che sicurezza per lo Stato di Israele. Quindi, noi dobbiamo sperare che questa sia la fine di questa battaglia, che questi terreni non saranno confiscati. Questo non riguarda solo i Monasteri salesiani, ma anche i tanti cristiani che hanno proprietà in questa zona. Noi non siamo solo contro questo muro costruito lì, ma contro tutti i muri che separano i popoli. Quindi questa lotta continua, perché in questo Paese sono tanti i muri contro i quali dobbiamo lottare.

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