Caso Clementina Cantoni, ultimatum dei rapitori
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
In Afghanistan il drammatico utimatum che Timur Shah, il presunto rapitore della cooperante italiana Clementina Cantoni, ha posto stamani alle autorità di Roma è scaduto ormai più di sei ore fa. Dopo tre diversi contatti, ha avanzato una serie di richieste minacciando di uccidere l’ostaggio se queste non fossero state accolte. Fra le richieste: la messa al bando dell’alcol, il sostegno alle scuole coraniche e la proibizione della musica dalle tv afgane. Intanto, proseguono le trattative per liberare l’operatrice umanitaria. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Clementina Cantoni è “sana e salva”: è la rassicurazione del ministro degli Esteri di Kabul, che smentisce quanto affermato nei diversi comunicati dai rapitori, secondo i quali sarebbe ferita. Dal Giappone il ministro ha ribadito che la situazione generale per la sicurezza in Afghanistan è sotto controllo e non c’è troppo da temere da guerriglieri antigovernativi e antiamericani. Piuttosto bisogna temere i criminali comuni, che sarebbero dietro il rapimento della donna italiana. Fonti investigative a Kabul si dicono “sufficientemente tranquille” in relazione all’ultimatum lanciato dal presunto rapitore.
Ore decisive
“Nessuno di questi avvertimenti viene sottovalutato – specificano – ma quello giunto oggi è almeno il quarto, e molto probabilmente non sarà l’ultimo”. “Ovviamente – spiega ancora la fonte – non abbiamo mai preso sotto gamba questi ultimatum”. Queste ore potrebbero essere decisive per la liberazione dell’operatrice umanitaria milanese. “Fare in fretta”: è la parola d’ordine degli 007 italiani che seguono sul campo la vicenda. Gli investigatori afghani, in collaborazione con gli inquirenti italiani, stanno cercando di capire che cosa effettivamente vogliano i rapitori e in quale misura sia possibile trovare un accordo. “I contatti sono continui”, specifica il portavoce del ministero dell’Interno afgano, che si dice ottimista.
Uccisi sei volontari afghani
Una speranza, quella di vedere una soluzione rapida e positiva della vicenda, condivisa anche dalla missione delle Nazioni Unite a Kabul che stamani ha lanciato un appello in questo senso. Intanto, nelle ultime ore si moltiplicano le violenze nel Paese. Dopo l’uccisione ieri a Kabul di una giovanissima conduttrice televisiva, oggi sei volontari afghani, che viaggiavano in un fuoristrada con sopra il simbolo delle Nazioni Unite, sono stati uccisi in un attacco sulla principale arteria autostradale di collegamento con Kabul.