Caos e proteste in Iran

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Caos e proteste in Iran contro il piano di razionamento della benzina: nella notte sono state incendiate, secondo varie fonti, diverse stazioni di servizio. Alcuni giovani hanno anche criticato il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad. Il servizio di Amedeo Lomonaco

In Iran, quarto Paese produttore di petrolio al mondo, l’entrata in vigore del piano di razionamento della benzina ha innescato dure proteste. Nella notte, centinaia di giovani hanno incendiato alcune stazioni di servizio a Teheran e scandito slogan contro il presidente Ahmadinejad. La risposta del governo è stata dura ed immediata: la polizia anti-sommossa ha preso posizione in varie strade della capitale ed è più volte intervenuta per disperdere i manifestanti. Ma la situazione resta caotica e i dimostranti continuano a protestare contro il piano di razionamento che prevede, al massimo, l’acquisto di poco più di 3 litri al giorno per ogni auto privata. L’obiettivo dell’amministrazione iraniana è quello di ridurre le importazioni di carburante.

Iran carente nella produzione di petrolio raffinato

Nonostante le straordinarie riserve energetiche, l’Iran è infatti carente nella produzione di petrolio raffinato e deve importare circa il 40 per cento degli oltre 70 milioni di litri di benzina consumati ogni giorno nel Paese. Le importazioni rappresentano una grossa spesa per lo Stato anche perché il carburante è venduto a prezzi sovvenzionati. La benzina viene venduta infatti a circa 11 centesimi di dollaro al litro, una delle tariffe più basse al mondo. Il governo iraniano vuole ridurre le importazioni per far fronte inoltre a nuove, possibili sanzioni dell’ONU. La comunità internazionale ha minacciato, infatti, l’adozione di ulteriori misure restrittive se l’Iran non interromperà il proprio programma nucleare. Ma il governo di Teheran ha sempre ribadito, finora, di non voler sospendere le attività atomiche.

Foto:

Tasnim News Agency [CC BY 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0)], via Wikimedia Commons

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