Cambiamento climatico, intervista con Maracchi

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Un grave allarme climatico giunge da Parigi, dov’è stato diffuso questa mattina il documento redatto dai 500 esperti del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, costituito nel 1998 dalle Nazioni Unite. La temperatura del pianeta da oggi alla fine del secolo potrebbe salire tra 1,8 e 4 gradi centigradi, mentre il livello degli oceani potrebbe aumentare fino a 58 centimetri, cancellando – di fatto – decine di migliaia di chilometri di coste. Ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, climatologo e direttore dell’Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze, Giampiero Maracchi:

 

R. – E’ il risultato di quello che è stato fatto negli ultimi quattro anni. Il riscaldamento complessivo del pianeta mette a rischio la macchina del clima, la sta cioè modificando, causando quei fenomeni che vediamo già da 16 anni. I primi segnali si sono avuti negli anni Novanta e in questi anni abbiamo già pagato molto per questi fenomeni che sono tre volte più intensi e più frequenti del passato.

Uomo e ambiente: relazione critica

D. – Ma i conflitti tra uomo e ambiente sono inevitabili?

R. – Secondo me no, ma questo richiederebbe una riflessione a tutto tondo, centrato su due quesiti. Il primo quesito fondamentale: partendo dall’inizio della scienza sperimentale, da Galileo in poi, abbiamo ottenuto di liberare l’uomo occidentale dalla fame, da una parte di malattie, dalla fatica fisica. Abbiamo quindi ottenuto dei benefici. Si potevano ottenere gli stessi benefici attraverso una strada diversa? Il secondo quesito è ancora più importante, poiché riguarda il futuro: ci sono cinque miliardi e 200 milioni di persone che anelano a questi stessi risultati, è possibile ottenerli con una strada diversa? Questo rimette allora in discussione una serie di temi fondamentali: è possibile un’economia che non sia guidata dai temi del mercato e del profitto? E’ necessario discutere di questo, se vogliamo veramente risolvere i problemi ambientali.

Sta cadendo un altro muro

D. – Dunque, i principali responsabili di questi attacchi contro l’ambiente restano i modelli economici adottati dall’uomo…

R. – Io sono di origine liberale dal punto di vista economico. Mi rendo conto però che così come è caduto il Muro di Berlino dal punto di vista politico, sta ora cadendo un altro muro: il pianeta con questo modello economico non regge.

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