Visita a sorpresa di Papa Francesco in Piazza Pio XII

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© Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews: Papa Francesco ha visitato a sorpresa questo pomeriggio il Presidio Sanitario Solidale in Piazza Pio XII, di fronte la Basilica di San Pietro. La struttura rientra nelle iniziative per la prima Giornata mondiale dei poveri, organizzata dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, che si celebra questa domenica.

Intervista con mons. Fisichella

Il Pontefice è stato al piccolo ospedale da campo e ha salutato un gruppo di poveri in attesa di essere visitati, i medici volontari che in questi giorni effettuano visite gratuite a quanti in difficoltà e gli operatori tutti. Ascoltiamo al microfono di Amedeo Lomonaco, l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione:

 

R. – Come sempre, il Papa ci meraviglia perché è venuto all’improvviso. Lo consideriamo un venerdì della misericordia, anche se è stato di giovedì. Il Papa ha avuto la possibilità di vedere e toccare con mano che qui c’è un piccolo ospedale da campo. Ha apprezzato molto questa iniziativa. Credo che sia un segno concreto, tangibile, di come bisogna prepararsi alla Giornata mondiale dei poveri.

Contro la cultura dello scarto

D. – Un segno che si contrappone a quella che è invece la cultura dello scarto; l’andare incontro alla persona povera, alla persona sofferente, è proprio il segno di una vicinanza, di una prossimità …

R. – Assolutamente sì. Il Papa ce lo ha insegnato non soltanto con l’espressione che colpisce, ma anche condannando molto questa cultura dell’indifferenza. È sufficiente, qui in Piazza San Pietro, vedere quanta presenza di povertà, di desolazione; mattina, notte, sera, 24 ore su 24 … La tocchiamo tutti con mano. Purtroppo, allo stesso tempo, dobbiamo verificare anche quanta insofferenza, indifferenza sia presente. Credo che una giornata, una settimana come questa, debba risvegliare di più il senso della solidarietà.

Ricchezza interiore

D. – A me ha colpito personalmente vedere lo sguardo di questi poveri nel momento in cui hanno visto il Papa. In quel momento c’è una ricchezza totale …

R. – Perché sentono Papa Francesco vicino a loro. C’era qui un giovane di 35 anni circa, veniva dall’Egitto, non era cattolico, era musulmano, eppure ha detto: ‘Io sento questo Papa molto vicino a me, vicino al mio cuore. Molto vicino al mio cuore’. Il Papa si è fermato anche con lui. Gli ha detto che il suo segretario privato, come lui, proviene dall’Egitto. La presenza, la vicinanza, il condividere, credo siano tutti elementi che creano commozione, ma danno anche una risposta a tante aspettative. Poi, non dimentichiamo: noi pensiamo sempre che siamo noi a dover evangelizzare. La Giornata mondiale dei poveri ci dice che sono loro che evangelizzano noi, perché ci fanno riscoprire l’essenza del Vangelo.

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