Papa a Sulmona, il vescovo: da Benedetto XVI speranza e coraggio

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

La concelebrazione eucaristica, l’Angelus, l’incontro con i detenuti e i giovani. L’incoraggiamento a perseguire i valori cristiani per affrontare le ombre del presente e le incertezze del futuro. Sono esortazioni e incontri legati alla visita pastorale di ieri di Benedetto XVI a Sulmona. Su questa visita ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, il commento del vescovo di Sulmona-Valva, mons. Angelo Spina:

R. – Il Santo Padre è venuto in mezzo a noi e ha detto soprattutto ai giovani: sono molto contento di incontrarvi. Quindi, nell’Anno Celestiniano ci ha dato parole forti, di incoraggiamento e di speranza. Prima era come se avessimo un’ala. Adesso c’è l’altra ala e, quindi, possiamo volare con la gioia spirituale.

Futuro della Chiesa di Sulmona

D. – Nella Messa il Papa ha detto che anche a Sulmona non mancano preoccupazioni, problemi dovuti all’incertezza per il futuro. Quale futuro attende adesso la comunità dopo la visita del Santo Padre?

R. – Siamo tutti responsabili, le istituzioni e anche gli imprenditori e ogni cittadino. Qui bisogna dare una risposta non più fatta di promesse ma di certezze. La sfida sarà proprio quella di progettare questo futuro perché tutto questo territorio non venga privato di supporto. Sappiamo che il lavoro è un valore e l’uomo, senza il lavoro, perde la propria dignità.

Non cedere ai valori e modelli illusori

D. – Sempre rivolgendosi ai giovani, il Papa ha invitato a non cedere ai valori e modelli illusori che non riempiono la vita …

R. – Il Santo Padre ha detto ai giovani: è importante che si abbia la memoria della storia, cioè del passato, del presente e del futuro. Questa cultura che concentra le cose sull’immagine, sull’immediato, poi non crea niente. Lascia soprattutto nei giovani il vuoto. Invece, partire con una cultura della memoria, fondare la vita su solidi valori, significa portarla avanti verso il futuro costruendo un bene. Questo futuro il Santo Padre lo ha fatto vedere alla luce di San Celestino: il futuro è la santità. Ma questo, proprio perché è una via alta, impegna nel presente, a non rinunciare al presente con una radicalità evangelica.

Voler bene ai sacerdoti

D. – E poi il Pontefice ha chiesto ai giovani di voler bene ai sacerdoti che, nonostante le loro debolezze, sono presenze preziose nella vita …

R. – Il Santo Padre ha chiesto di amare la Chiesa, la Chiesa è nostra madre. Il Santo Padre sta facendo il suo cammino di padre e ci sta dicendo: dove sta l’errore, quell’errore va condannato e va combattuto. Il Papa non nasconde. E’ il Papa della verità, non ha paura di dire la verità. Quindi, la Chiesa deve essere luce, sale e lievito vincendo il male con il bene. Ma se ci sono uomini, donne che sbagliano bisogna guardare a Cristo. La fedeltà a Lui, la fedeltà al Vangelo: questo allontana il peccato e fa bene alla Chiesa.

Incontro con i detenuti

D. – A proposito di uomini e donne che sbagliano, momento toccante della visita è stato anche l’incontro con i detenuti del carcere di Sulmona, carcere segnato da dolore e sofferenza…

R. – E’ stato un incontro di grande umanità. Incontrando quel gruppo di detenuti, il Santo Padre ha voluto incontrare i detenuti di tutto il mondo. Ha voluto esprimere loro la vicinanza con la preghiera. Ma il Papa ha anche detto: Coraggio! La persona umana nel cammino della vita per le sue fragilità può anche cadere e fare del male. C’è il corso della giustizia, per cui queste persone stanno scontando la loro pena ma questo significa anche che queste persone hanno sempre la loro dignità; vanno trattate come persone e anche con la prospettiva futura di un cuore nuovo, del cambiamento di vita, per un reinserimento sereno nella società e nelle famiglie. E’ stato un gesto altissimo di umanità e di carità evangelica.

 

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