Truppe israeliane pronte a lasciare il Libano

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Le truppe israeliane si ritirano dai Territori palestinesi e sono pronte a lasciare il Libano. Questa mattina è iniziato, infatti, il ritiro dei soldati israeliani dalla Striscia di Gaza, dove erano stati inviati per rintracciare tunnel ed esplosivi nascosti dalle milizie palestinesi. Ma continuano, comunque, le operazioni militari nei Territori: nel corso di un raid a Nablus, in Cisgiordania, è rimasto ucciso un capo militare delle Brigate dei Martiri di AlAqsa. In Libano, intanto, cresce l’attesa per l’arrivo del contingente di rinforzo della forza di interposizione dell’ONU, incaricata di monitorare la tregua tra Israele ed Hezbolah. Entro dieci giorni, dovrebbe inoltre avere inizio l’operazione di rimpatrio dei militari israeliani dispiegati in Libano. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Dopo le visite di ieri in Israele e nei Territori palestinesi, il segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, ha confermato in un’intervista concessa ad una radio francese che le truppe dello Stato ebraico si ritireranno dal sud del Libano quando saranno dispiegati 5000 “caschi blu” della forza di interposizione delle Nazioni Unite, l’UNIFIL, e circa 16 mila soldati libanesi. Annan ha detto di sperare che i 5000 militari dell’ONU saranno schierati entro 10 giorni”. “In quel momento – ha proseguito – gli israeliani saranno obbligati a ritirarsi”. Il numero uno delle Nazioni Unite, incontrando stamani ad Amman il re di Giordania Abdallah, ha anche denunciato l’uso dell’aviazione israeliana, in Libano, di bombe a frammentazione e ha chiesto al governo israeliano di fornire le mappe per localizzare e neutralizzare questo tipo di ordigni.

Ruolo dei Paesi europei nella missione in Libano

L’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea, JavierSolana, ha sottolineato poi, in un’intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica”, il ruolo dei Paesi europei nella missione in Libano. “Senza la forza ONU – ha detto Solana- non ci sarebbe la pace e senza l’Europa non ci sarebbe la forza ONU”. “Gli europei – ha aggiunto – costituiscono la spina dorsale del contingente”. Per questo – ha osservato Solana che ritiene cruciale per il Medio Oriente la questione palestinese – “possiamo andare fieri di aver fatto tutto ciò che era possibile”. Oltre a garantire l’impegno militare per sostenere e assicurare la pace, la comunità internazionale si mobilita anche per fornire aiuti e promuovere la ricostruzione.

A Stoccolma la prima conferenza dei Paesi donatori per il Libano

Con questi intenti, si è aperta questa mattina a Stoccolma la prima conferenza dei Paesi donatori per il Libano, promossa dalla Svezia ed organizzata in cooperazione con le Nazioni Unite. Partecipano alla riunione i rappresentanti di 50 Paesi e di dieci organizzazioni internazionali. L’obiettivo è quello di raccogliere 500 milioni di dollari, somma richiesta dal governo libanese per avviare la ricostruzione del Paese dei Cedri. La Commissione dell’Unione Europea ha già annunciato un primo pacchetto di 42 milioni di euro, ai quali si andranno ad aggiungere i contributi dei singoli Stati.

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By https://www.flickr.com/people/45644610@N03 [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons

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