Tifosi olandesi: danni indelebili alla Barcaccia

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Danni al patrimonio storico di Roma, al suo tessuto commerciale e l’arresto di 6 tifosi olandesi. E’ questo il bilancio, ancora parziale, degli scontri avvenuti ieri nella zona di Piazza di Spagna prima della partita di calcio Roma–Feyenoord. L’ambasciatore olandese ha riferito al sindaco della capitale, Ignazio Marino, che l’Olanda non si ritiene responsabile dell’esborso economico per riparare la fontana del Bernini, danneggiata durante gli scontri. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

Il centro storico di Roma porta ancora i segni del passaggio degli ultras olandesi. La celebre fontana della Barcaccia è scheggiata in più punti. Ancora da quantificare il costo per l’intervento di restauro ma per il sovrintendente dei Beni del Comune di Roma, Claudio Parisi Presicce, si tratta di ferite indelebili. E’ stato duramente colpito anche il tessuto commerciale della capitale. Confcommercio stima danni per i negozi, costretti a chiusure forzate, pari a circa 3 milioni di euro. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, sottolinea inoltre che “gli inqualificabili episodi” avvenuti nella capitale “rappresentano solo la conferma di una inaccettabile e reiterata tendenza legata agli atti di violenza compiuti dalle tifoserie straniere” in Italia in occasione delle partite di calcio.

Ma come spiegare una simile devastazione da parte dei tifosi del Feyenoord? Risponde il giornalista olandese Martinn Van Aalderen, corrispondente da Roma per il quotidiano De Telegraaf:

 

R. – Purtroppo c’è una combinazione fatale tra i tifosi del Feyenoord che sono i peggiori tifosi dell’Olanda, soprattutto quando sono in trasferta all’estero. Non è la prima volta che succede che i tifosi Feyenoord si scatenano soprattutto quando vanno all’estero, in trasferta: hanno questi comportamenti terrificanti che rappresentano un danno sia per Roma sia per l’immagine dell’Olanda.

Tifoseria delFeyenord

D. – Quali sono le componenti sociologiche negative dietro la tifoseria del Feyenoord?

R. – E’ un po’ una tradizione tipica di Rotterdam, che è una città nella quale c’è sempre stato fanatismo di questi tifosi. Mentre – per esempio – la tifoseria di Amsterdam ha questo umorismo un po’ ironico, che è tipico della città e che si ritrova un po’ anche presso i tifosi dell’Ajax, quelli di Feyenoord sono sempre stati più fanatici. E’ anche una questione della mentalità di Rotterdam, dove da decenni c’è questa tifoseria più violenta. C’è stato addirittura l’omicidio di un tifoso dell’Ajax, che si chiamava Carlo Picornie, ammazzato proprio da tifosi del Feyenoord che avevano armi, mentre questo tifoso dell’Ajax era disarmato.

Il fenomeno degli hooligan in Olanda

D. – Come lo Stato olandese affronta il fenomeno degli hooligan in Olanda?

R. – Devo dire che dopo gli episodi che sono accaduti adesso, si sono resi conto di nuovo – dopo un periodo di relativa tranquillità – che dobbiamo essere più allertati e più severi. Devo dire che il giornale per il quale scrivo, il “Telegraaf”, ha lodato la giustizia italiana per aver punito così velocemente, almeno con una multa alta e con il carcere. Il mio giornale ha anche detto che sono da prendere ad esempio questi giudici italiani, che sono stati così veloci a punire questi cosiddetti tifosi di Feyenoord.

Tifosi olandesi più violenti all’estero

D. – A proposito dell’Olanda, questi cosiddetti “tifosi” sono responsabili in patria di azioni simili, oppure in Olanda queste scene non si vedono?

R. – Molto meno. Normalmente, i tifosi Feyenoord si scatenano soprattutto quando vanno all’estero; in Olanda sono più tranquilli. Ci sono sempre stati casi di vandalismo, da decenni, ma negli ultimi anni questi fenomeni ci sono soprattutto nel momento in cui vanno all’estero.

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, dopo un sopralluogo stamani in Piazza di Spagna, ha dichiarato che a Roma “la gestione della sicurezza deve essere all’altezza di un Paese del G8”. Su quanto accaduto nella capitale si sofferma Daniele Tissone, segretario generale del sindacato italiano dei lavoratori di Polizia, affiliato alla Cgil:

 

R. – Credo che non sia giusto addossare le uniche responsabilità sulle forze dell’ordine. Possiamo ragionare, eventualmente, su un qualcosa di più dinamico che ci consenta di avere una situazione immediata nelle varie parti della città, se questi tifosi si radunano al Testaccio, magari, piuttosto che a Villa Borghese, al Pincio o a Campo dei Fiori; è chiaro che, però, è difficile riuscire a monitorare contemporaneamente tutti gli ambiti cittadini.

La polizia e le situazioni di emergenza

D. – Le forze di polizia sono adeguatamente supportate proprio per affrontare situazioni di emergenza come quelle legate al tifo violento, al mondo degli hooligans?

R. – La professionalità è alta. Ovviamente, mancano le risorse, mancano i mezzi, molto spesso mancano gli strumenti … Credo che anche qui si debba ragionare in termini preventivi. Andrebbe perseguito anche chi, andando oltre i divieti di somministrazione di bevande alcooliche, in modo abusivo somministra a questi stranieri – ma anche agli italiani – bevande oltre un determinato orario. Quindi è evidente che c’è anche una maggiore necessità di intervenire pure su questi fenomeni, perché è come gettare benzina sul fuoco.

Prevenire la violenza

D. – Oltre questo, come prevenire in futuro situazioni simili?

R. – Ritengo che su questo fenomeno, che è anche incontrollabile dal punto di vista di un monitoraggio completo, possa esserci una sorta di dinamicità ulteriore o maggiore da parte delle forze dell’ordine che, girando sovente in tutti i luoghi della città, possano dare la comunicazione del concentramento di queste persone in un luogo anziché in un altro. E quindi intervenire in maniera rapida e immediata spostando i contingenti da un luogo a un altro.

La sicurezza a Roma

D. – In questo periodo segnato da una costante allerta anche per il timore di attacchi terroristici, è più complesso gestire la sicurezza e l’ordine pubblico in una città come Roma?

R. – Ma io direi che è complesso gestirla non solo a Roma ma in tutto il Paese, perché per la sicurezza bisogna ragionare sempre in termini di investimento e non di taglio. Ahimè, i sette miliardi di taglio degli ultimi dieci anni oggi si fanno sentire in maniera pesante, aumentando le responsabilità e anche il sacrificio da parte delle donne e degli uomini in divisa. Certo che i tagli aggravano le condizioni di vita e di lavoro degli operatori e possono pregiudicare anche l’attività di ordine pubblico.

Alta professionalità delle forze di polizia

Va detto però che, fortunatamente, c’è un’alta professionalità da parte degli operatori che hanno bisogno, però, di essere gratificati anche attraverso quegli strumenti come quelli del rinnovo contrattuale, perché sono cinque anni che gli operatori di polizia hanno gli stipendi bloccati. Poi abbiamo anche la necessità di avere strumentazioni e mezzi adeguati, sia sul versante dell’intelligence con strumentazioni e apparati sempre più moderni. Abbiamo bisogno su tutti i versanti di maggiori risorse, di maggiori investimenti che si devono tradurre anche in un impegno del governo a far sì che la sicurezza divenga un bene primario sul quale investire e non tagliare.

Foto:

By Nicholas Gemini [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], from Wikimedia Commons

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