Messico, spiragli di pace in Chiapas

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Nuovi spiragli di pace paradigma nello Stato messicano del Chiapas: l’esercito zapatista sembra intenzionato ad abbandonare le armi per trasformarsi in un partito politico. La nuova rotta del movimento è stata definita dal subcomandante Marcos dopo l’allarme rosso di martedì scorso, con il quale i zapatisti avevano annunciato la chiusura agli stranieri di tutti i territori controllati dai ribelli. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

L’addio alle armi e la trasformazione dell’Esercito zapatista di liberazione nazionale (EZLN) in un partito politico possono costituire opportunità storiche per il Chiapas ed il Messico. La decisione del subcomandante Marcos di intraprendere un’iniziativa politica può rompere, infatti, l’isolamento degli zapatisti dopo il fallimento dei negoziati con il presidente messicano Vicente Fox. Ma soprattutto sancisce l’apertura di una nuova fase storica dopo 11 anni di lotta in favore della popolazione indigena di una delle ultime comunità native del continente nord americano. La svolta ideologica è stata annunciata in un documento intitolato “La sesta dichiarazione della Selva Lacandona”. “Un nuovo corso è possibile – si legge nel testo – se gli indios si alleano con gli operai, i contadini, gli studenti e i lavoratori”.

Cambio di prospettiva

Il cambio di prospettiva è rilevante: gli interlocutori dell’esercito zapatista non sono più solo gli indios, ma tutto il Messico. La scelta del subcomandante Marcos, che appare per gli zapatisti l’unica via di uscita per prendere parte alla scena politica messicana, giunge alla vigilia delle presidenziali del prossimo anno. La reazione del governo messicano all’annuncio è stata molto positiva. “Sono agli ordini di Marcos”, ha detto il presidente Fox aggiungendo di voler favorire l’integrazione degli zapatisti nella vita politica messicana.

Foto:

By Julian Stallabrass from London, UK (img040-sm) [CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons

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