Sisma in Asia: bilancio catastrofico

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

E’ davvero una tragedia inimmaginabile quella che ha devastato il sudest asiatico. Il bilancio delle vittime causate dal maremoto si fa di ora in ora più spaventoso: i morti sarebbero almeno 50 mila, mentre resta imprecisato il numero dei dispersi. La comunità internazionale è impegnata in una febbrile corsa contro il tempo per portare soccorso ai sopravvissuti. Sugli ultimi sviluppi della crisi umanitaria, il servizio di Amedeo Lomonaco:

Il numero complessivo dei morti oscilla tra 50 mila e 55 mila, ma si potrebbe arrivare a 100 mila vittime. Il Paese più colpito è l’Indonesia, dove al largo dell’isola di Sumatra è stato localizzato l’epicentro del sisma che ha innescato il maremoto. Secondo il vicepresidente, Yusuf Kalla, le vittime sono almeno 21 mila. Nello Sri Lanka il governo ritiene che i morti potrebbero essere 18 mila. Si devono aggiungere, inoltre, 11500 vittime in India. Nelle isole di Andamane e Nicobare, in particolare, sono 5 mila i morti e più di 30 mila i dispersi.

Travolto anche un treno

Oltre mille e cinquecento persone sono rimaste uccise in Thailandia e decine tra Myanmar, Maldive e Malaysia. Gli tsunami hanno ucciso anche in Africa raggiungendo le coste di Somalia, Tanzania e Kenya. Circa un terzo delle vittime e dei senza tetto sono bambini. Con il passare delle ore emergono nuovi, terribili particolari della strage avvenuta nell’Oceano indiano. Un’onda anomala ha tragicamente avvolto anche un treno che viaggiava sulla costa dello Sri Lanka. Sarebbero tutti morti, secondo un responsabile dei soccorsi, i 1500 passeggeri sommersi dall’acqua.

Nazioni Unite mobilitate

Per aiutare le vittime del disastro si è mobilitato anche l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati. Per quanto riguarda i turisti stranieri, il solo dato ufficiale parla di 119 vittime, fra le quali 22 francesi, 16 inglesi e 13 italiani. Ed in questa immane catastrofe è sempre alto, infine, il rischi di colera, tifo, malaria ed altre malattie portate dalle acque inquinate.

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