Siria, ancora bambini vittime della guerra

© Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews Allarme dell’Unicef per un ennesimo attacco costato la vita ad alcuni bambini. Il Fondo delle Nazioni Unite esprime sgomento e dolore

I bambini della Siria continuano a morire a causa di attacchi e scontri. Nell’attentato, avvenuto giovedì scorso ad Afrin, città vicina al confine con la Turchia, sono morti tre bambini. A denunciarlo è il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef) ricordando che l’attacco è stato sferrato a meno di 100 metri di distanza da una scuola. La struttura, sostenuta dall’Unicef, è stata gravemente danneggiata ma nella scuola non ci sono state vittime.

Violenze e muri

L’area dell’attentato, nella parte nord-occidentale della Siria, è sempre più instabile. Secondo fonti locali, interpellate recentemente dall’Ansa, l’esercito turco sta costruendo in questa regione un muro che di fatto divide l’enclave curda di Afrin, controllata da Ankara, da quella di Tell Rifaat, in mano invece alle forze governative siriane appoggiate dalle truppe russe.

Quasi tre milioni i bambini senza istruzione

L’agenzia dell’Onu riferisce inoltre che, in diverse parti del Paese, si sta intensificando la violenza: dall’inizio dell’anno sono stati uccisi più di 140 bambini. Ed è sempre più compromesso il diritto all’istruzione: a causa della guerra, una scuola su quattro non può più essere utilizzata. Sono inoltre molte le famiglie che non possono mandare i propri figli a scuola. Secondo stime dell’Unicef, riferite al 2018, almeno 2 milioni e 800 mila i bambini che non hanno ricevuto istruzione.

Morire di stenti

Gli orrori della guerra non sono solo il riflesso di violenze e attacchi. A provocare indicibili sofferenze sono anche le drammatiche condizioni di vita che colpiscono, in particolare, le fasce più deboli della popolazione. L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria ha reso noto che, nelle ultime settimane, circa 50 minori tra cui bambini e neonati, sono morti, in un campo profughi nell’est del Paese, per stenti e mancanza di cure mediche.

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