Si di Israele e Libano a risoluzione Onu

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Israele e Libano hanno accettato la risoluzione approvata nella notte, all’unanimità, dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Il documento prevede, “appena possibile”, il cessate-il-fuoco nel sud del Libano. I tempi per la cessazione delle ostilità verranno direttamente negoziati dal segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. Secondo fonti ufficiali dello Stato ebraico, Israele porrà fine alle ostilità entro lunedì. Sul terreno, intanto, almeno 20 civili libanesi sono morti per un nuovo raid israeliano. L’esercito dello Stato ebraico ha annunciato, poi, che sono rimasti uccisi, stamani, almeno 30 Hezbollah. Sulla risoluzione approvata dall’ONU e sulla situazione in Libano, ascoltiamo il servizio di Amedeo Lomonaco:

La risoluzione, esige “una totale cessazione delle ostilità”: ai guerriglieri Hezbollah si chiede di fermare subito gli attacchi e ad Israele di porre fine a qualunque operazione legata all’offensiva militare. Per raggiungere questo obiettivo, garantire la distribuzione degli aiuti umanitari e creare le condizioni per una pace duratura e stabile, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha chiesto il dispiegamento, nel sud del Libano, di un contingente formato da soldati libanesi e da militari dell’UNIFIL, la forza di interposizione provvisoria delle Nazioni Unite già attiva al momento, nel Paese dei cedri, con circa 8 mila uomini. L’operazione prevede, oltre al dispiegamento di 15 mila caschi blu dell’ONU e di altri 15 mila soldati libanesi, anche il graduale ritiro delle forze israeliane. Secondo fonti delle Nazioni Unite, il dispiegamento inizierà entro dieci giorni.

La questione dell’Unifil

La risoluzione estende poi le facoltà dell’Unifil: saranno autorizzate non solo azioni militari per autodifesa, ma anche operazioni offensive. La guida del contingente internazionale, che sarà composto da militari francesi, spagnoli, italiani e turchi, sarà affidato alla Francia. E’ stato anche deciso di adottare l’embargo sulle armi per “qualsiasi entità o individuo in Libano” che non faccia parte dell’esercito libanese. In questo caso, è chiaro il riferimento ai combattenti Hezbollah.

La situazione nelle fattorie di Shebaa

Per quanto riguarda le fattorie di Shebaa, zona di confine rivendicata dal Libano, il documento si limita a chiedere al segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, di avanzare una proposta per ridisegnare i confini dell’area. La risoluzione ha ricevuto l’approvazione di Israele e Libano. Secondo fonti ufficiali dello Stato ebraico, le azioni militari termineranno, entro lunedì. Il governo di Beirut, pur esprimendo dubbi sull’efficacia della risoluzione, si è detto comunque favorevole alla bozza approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Ancora violenze

Intanto, in attesa di una effettiva applicazione della risoluzione, non si arrestano le violenze: l’esercito israeliano ha annunciato l’estensione dell’offensiva di terra nel sud del Libano, nella fascia tra il confine e il fiume Litani. E a sud di Tiro, almeno 20 persone sono morte in seguito a nuovi raid. Sempre nel sud del Libano, sono rimasti uccisi trenta combattenti sciiti. Sull’altro fronte, guerriglieri Hezbollah hanno lanciato una ventina di razzi contro la Galilea, nel nord di Israele. Dal movimento politico militare sciita non è ancora arrivata, infine, alcuna reazione alla notizia dell’approvazione, da parte dell’ONU, della risoluzione che chiede, prima possibile, la fine delle ostilità in Libano.

Foto:

By https://www.flickr.com/people/45644610@N03 [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons

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