Tre sudcoreani rapiti in Afghanistan

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Sono ore di trepidazione per la sorte dei sudocreani rapiti dai talebani nel sud dell’Afghanistan. Il governo di Kabul sta cercando di arrivare ad una soluzione attraverso la via del negoziato. Ma non è neanche da escludere un blitz da parte delle forze afgane. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

E’ scaduto l’ennesimo ultimatum per la liberazione dei sudocreani rapiti lo scorso 19 luglio. I talebani hanno minacciato di uccidere altri ostaggi se non verranno rilasciati alcuni guerriglieri detenuti in carceri afghane. Fino ad oggi sono già stati uccisi due ostaggi. Adesso si teme per la sorte degli altri 21, tra cui 18 donne, ancora nelle mani dei sequestratori: secondo fonti locali, sono in gravi condizioni di salute. Il governo sudcoreano ha ribadito la propria contrarietà a qualsiasi tentativo di liberare gli ostaggi con un blitz. Ma l’opzione militare sembra probabile e imminente: elicotteri dell’aviazione afgana hanno infatti già lanciato centinaia di volantini nel sud del Paese, avvertendo la popolazione di mettersi al sicuro.

Gli ostaggi probabilmente si trovano nell’area di Ghazni

Non è ancora chiaro, però, se questa annunciata operazione sia finalizzata alla liberazione dei sudcoreani. E’ probabile che i rapiti, tutti giovani evangelici, si trovino tra le montagne della provincia meridionale di Ghazni. In questa stessa area, la polizia ha ritrovato i corpi di 4 giudici afghani rapiti il giorno dopo il sequestro del gruppo di sudcoreani. Ieri, intanto, è stato mostrato un video con l’ingegnere tedesco ancora nelle mani dei talebani. Secondo il governo tedesco si tratta di un tentativo di “intimidazione”.

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