Programma nucleare Teheran: scontro tra Iran e Usa

© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Sono sempre più rigide le posizioni di Iran e Stati Uniti sulla questione nucleare iraniana: il governo di Teheran vuole proseguire nel proprio programma nucleare, l’amministrazione statunitense chiede una risoluzione che possa consentire un intervento militare. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Dall’alternanza di annunci e dichiarazioni da parte dei governi di Teheran e Washington sul programma nucleare iraniano, emerge un’ipotesi inquietante: il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, ha lanciato ieri un appello al Consiglio di Sicurezza dell’ONU perché adotti una risoluzione sull’Iran sulla base del “capitolo 7” della Carta delle Nazioni Unite che prevede l’uso della forza. La ferma posizione statunitense segue le altrettanto rigide dichiarazioni del presidente iraniano Ahmadinejad che ha respinto la richiesta dell’ONU di bloccare il processo di arricchimento dell’uranio.

Iran prosegue lungo il cammino del programma nucleare

Martedì scorso, l’esecutivo di Teheran aveva anche annunciato di essere riuscito ad arricchire uranio al 3,5 per cento. Si tratta di una quantità necessaria per produrre combustibile in grado di alimentare centrali nucleari. Il direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica El Baradei, in missione a Teheran, ha dichiarato inoltre che non è possibile, al momento, trovare conferme a questo annuncio. Ma la reiterata intenzione della Repubblica islamica di proseguire nel proprio programma nucleare attende adesso risposte precise da parte dell’ONU, che il 28 o il 29 aprile esaminerà il rapporto di El Baradei.

Usa: sfida dall’Iran

“Quando il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà – ha detto Condoleezza Rice – ci dovranno essere conseguenze per questa sfida dell’Iran”. “Esamineremo tutte le opzioni di cui possiamo disporre”, ha poi aggiunto il segretario di Stato americano. Ma non mancano, comunque, inviti alla moderazione. La Cina, che ritiene il dialogo preferibile al confronto, ha annunciato l’invio imminente di un proprio emissario in Iran e poi in Russia. E proprio da Mosca arriva un secco “no” ad eventuali sanzioni contro l’Iran.

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